L'antipirateria italiana ha già il fiato corto: rallenta il passo

Il presidente AGCOM ha confermato che saranno affrontati solo i casi urgenti di violazione di copyright, in attesa che la Corte Costituzionale si esprima. Si tratta di una prima vittoria delle associazioni dei consumatori.

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a cura di Dario D'Elia

L'antipirateria italiana è costretta a rallentare il passo. "Continuiamo, ma con prudenza", ha confermato il presidente AGCOM Angelo Cardani durante un recente convegno a Roma dedicato al diritto d'autore. Il motivo si deve alla recente ordinanza del Tar del Lazio, che ha deciso di far vagliare il nuovo regolamento antipirateria alla Corte Costituzionale.

"Una volta avvenuta la valutazione di costituzionalità riprenderemo ad agire a pieno regime", ha aggiunto Cardani. Insomma, le associazioni dei consumatori avevano ragione. La scorsa settimana Altroconsumo, Assoprovider e Movimento Difesa del Cittadino (MDC) avevano diffidato l'AGCOM nel proseguire con la sua attività.

Rallenta il passo

"Se la Consulta giudicasse incostituzionale il Regolamento AGCOM, l'Autorità potrebbe essere costretta al risarcimento dei danni da lesione di diritti costituzionalmente tutelati di tutti i soggetti colpiti dagli ordini di rimozione e degli operatori costretti in base alla norma e a proprie spese al blocco dei contenuti", sostengono infatti le associazioni.

D'ora in poi il Garante affronterà solo i casi urgenti, come riporta il Corriere delle Comunicazioni, ma anche questa decisione non è molto chiara. "Porterà avanti solo le istanze presentate dalle associazioni del copyright? Metterà in stand by tutte le altre, in deroga ai tempi stabiliti nel suo stesso regolamento?", puntualizza l'avvocato IT Fulvio Sarzana, fra i primi oppositori del regolamento.

"Mi sembra inaudito che un'Autorità decida informalmente una deroga al proprio stesso regolamento, senza che ci sia in merito una decisione ufficiale dello stesso Consiglio. Il rischio è che tutta la partita assuma un fattore di ulteriore discrezionalità".

Cardani continua a sostenere che il TAR ha riconosciuto la legittimità dell'azione AGCOM e che ogni valutazione di costituzionalità riguarda solo le leggi del Parlamento che l'hanno consentita. In pratica il Garante avrebbe agito correttamente. Avrebbe. Sulla carta.