L'antipirateria italiana spinge per una legge più dura

La Federazione Anti-Pirateria Audiovisiva in occasione dell'incontro con la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla pirateria e contraffazione ha ribadito l'esigenza di una nuova legge. In Italia si calcolano 500 milioni di euro annui di danno.

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a cura di Dario D'Elia

L'antipirateria italiana, rappresentata dalla FAPAV, vorrebbe una nuova legge per la difesa del diritto d'autore online. Ieri durante l'audizione presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla pirateria e contraffazione, le teste di cuoio dell'industria cinematografica hanno spiegato che l'incidenza del problema sul comparto italiano è del 37%. Secondo l'ultima circa FAPAV-IPSOS si parla infatti di circa 500 milioni di euro l'anno di danno. Poi ovviamente come si desumano questi dati è sempre un grande interrogativo, anche perché è dalla nascita di Napster che le major traducono un download illegale in mancata vendita.

In ogni caso il problema della pirateria online esiste e andrebbe risolto in qualche modo. "Tutti i più recenti studi confermano come la pirateria sul web costituisca un danno economico, una forte barriera di accesso agli investimenti nel settore, con importanti ricadute sul piano occupazionale", ha commentato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV.

Caccia ai pirati

L'accesso ai contenuti illegali com'è risaputo "avviene principalmente tramite siti web posizionati all'estero" che diffondono abusivamente tutti i titoli audiovisivi e cinematografici presenti sul mercato - e anche prima dell'uscita ufficiale.

"Ringrazio la Commissione per aver voluto dedicare una sessione ad hoc sul tema della pirateria digitale e auspichiamo che i lavori possano portare al giusto riconoscimento di tutti i diritti di un comparto economico e professionale che rappresenta un'eccellenza del nostro Paese", ha concluso Bagnoli Rossi. "Non è più rinviabile l'adozione da parte dell' AGCOM di un intervento regolamentare volto a porre un argine al fenomeno della pirateria online."

E quale potrà mai essere un argine alla pirateria? Ecco, sarebbe interessante conoscere quale strategia fallimentare (già usata nel resto del mondo) abbiano intenzione di proporre. L'HADOPI francese, 3 strikes statunitense oppure il carcere giapponese? Attendiamo con ansia il flop, a meno che qualche illuminato non decida di sedersi a un tavolo e affrontare seriamente il tema del diritto di copyright e delle licenze.