L'Antitrust con Groupon: indagine sull'Ordine dei medici

L'AGCM ha avviato un'istruttoria per verificare se l'Ordine dei medici abbia ingiustificatamente limitato il ricorso alla pubblicità dei suoi associati.

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a cura di Dario D'Elia

L'Antitrust ha deciso di indagare sulle restrizioni che imporrebbe la Federazione medici e odontoiatri (Fnomceo) ai suoi iscritti nel campo della pubblicità online. Secondo il garante si starebbe profilando una limitazione del diritto dei singoli professionisti alla promozione.

La nota interessante è che la stessa Groupon, accusata dagli Ordini di essere connivente al fenomeno della pubblicità selvaggia, aveva segnalato il problema di concorrenza nel lontano 2011. Ieri l'Antitrust ha messo sul banco degli imputati la Fnomceo.

Medici su Groupon

"Da maggio-giugno 2011 si è acceso uno scontro con l'Ordine dei medici, con una battaglia mediatica piuttosto accesa", ha spiegato a Tom's Hardware la responsabile comunicazione di Groupon, Federica Moscheni. "Abbiamo segnalato la scorrettezza al Garante del Mercato nel settembre 2011, ma solo ieri tramite le agenzie stampa abbiamo saputo dell'apertura del fascicolo".

L'AGCM ha avviato infatti un'istruttoria per verificare se la federazione attraverso le norme del Codice deontologico e le linee guida applicative, abbia ingiustificatamente limitato il ricorso alla pubblicità in violazione delle norme comunitarie in materia di intese restrittive della concorrenza.

Il Codice deontologico in effetti prevede l'assoluto divieto di pubblicità promozionale, "utilizzato, secondo alcune denunce arrivate, per contestare l'utilizzo di specifici mezzi di diffusione o messaggi incentrati sulla particolare convenienza economica delle prestazioni". Non solo, ma anche il divieto di pubblicità comparativa, limitazioni relative ai messaggi pubblicitari contenenti le tariffe e la verifica preventiva da parte degli Ordini della conformità alle norme deontologiche dei messaggi pubblicitari che intendono diffondere.

Insomma, la Federazione e altre organizzazioni sostengono che la pubblicità online (e non solo) violi il decoro professionale. "I medici che si affidano a Groupon sono regolarmente iscritti all'Ordine, quindi non è chiaro per quale motivo non dovrebbero essere affidabili. Dopodiché richiediamo sempre che negli annunci venga inclusa una visita preventiva, nel rispetto della comune diagnostica", ha aggiunto Moscheni. "La sensazione è che vi sia una lotta interna negli Ordini". In sintesi è il mondo dei medici a essere spaccato: da una parte chi vorrebbe essere più libero di pubblicizzare i propri servizi, dall'altra chi desidera il mantenimento delle attuali restrizioni.

Bisogna ricordare che in altri paesi europei sono stati gli stessi Ordini a concordare linee guida con Groupon; in Italia invece c'è stata solo chiusura. Anzi, secondo le lettere di numerosi medici ricevute dalla piattaforma online, vi sarebbero state indebite pressioni per annullare ogni collaborazione. Il rischio? La radiazione dall'Ordine dei Medici.