L'Antitrust dice che la società per lo sviluppo fibra non può essere in mani Telecom

L'Antitrust ha spiegato al Governo come dovrebbe essere una società nazionale delle infrastrutture di rete: nessun controllo nelle mani Telecom. La partita Metroweb si fa difficile.

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a cura di Dario D'Elia

L'Antitrust ha chiarito al Governo come dovrebbe essere una vera società delle reti in fibra. Nel documento confezionato proprio per evitare problemi futuri con Bruxelles si legge chiaramente che l'ideale sarebbe una newco scollegata dagli operatori che forniscono servizi alla clientela finale. In pratica un'entità che opera come fornitore di Telecom, Fastweb o Vodafone. Nel caso in cui non fosse possibile avere "un operatore puro" e si realizzasse una joint-venture fra le telco – il caso più probabile – nessuno dovrebbe avere una posizione di controllo.

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La torta da spartire

In sintesi quello che vorrebbe fare Telecom Italia è sconsigliato. L'ex-monopolista, da quando si parla di sfruttare Metroweb per dar vita a una società delle reti nazionale, ha sempre sostenuto di voler avere il controllo sulla creatura.

In linea di massima rimane una sola soluzione. "I limiti previsti nella richiesta di parere appaiono compatibili anche con l'ipotesi di una società assegnataria dei contributi alla quale partecipino, in posizioni non di controllo, una pluralità di operatori attivi nella fornitura di servizi agli utenti finali", si legge nel documento AGCM. Insomma, un grande condominio dove le telco italiane partecipano insieme e dove il peso dell'incumbent risulti sfumato.

Allo stesso tempo si parla di assegnare i contributi (dello Stato) "a società separate da quelle che erogano servizi di connettività agli utenti finali" per migliorare l'efficienza dell'attività di monitoraggio dell'uso dei contributi pubblici e delle agevolazioni fiscali previsti dalla strategia del Governo.

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"Valuti il Governo, infine, se le limitazioni previste debbano riguardare le sole procedure competitive per l'assegnazione di risorse pubbliche per la realizzazione delle reti a banda ultralarga o debbano riguardare anche la concessione di agevolazioni fiscali", conclude il documento.

"Non esiste un solo caso al mondo in cui una soluzione consortile abbia funzionato. Il motivo è presto detto: per realizzare il piano ci vuole un operatore che svolga senza impedimenti un’attività operativa articolata e complessa", ha dichiarato recentemente l'AD Patuano. "Poi occorre un quadro regolatorio adeguato e soci finanziatori che si facciano garanti del rispetto delle regole. L'operatore che partecipa a Metroweb deve avere nelle sue mani il controllo operativo del progetto".

Non c'è che dire: divergenze parallele.