L'Antitrust multa TIM, Vodafone, 3 e Wind per 870mila euro

L'AGCM ha sanzionato TIM, Vodafone, Wind e H3G per pratiche commerciali scorrette. I quattro operatori attivano servizi non richiesti in fase di acquisto delle SIM. Nello specifico si parla poca trasparenza sulla segreteria telefonica e la navigazione mobile.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

L'Antitrust ha multato TIM, Vodafone, Wind e H3G per aver appioppato ai propri clienti servizi a pagamento non richiesti, a seguito dell'acquisto di SIM card. Il bollettino AGCM n.10/2012 del 26/03/2012 ancora una volta elenca nel dettaglio le pratiche commerciali scorrette attuate dagli operatori TLC. Non è la prima volta e purtroppo non sarà l'ultima, considerata l'inefficienza dei deterrenti. Altronconsumo, che per prima si era attivata per segnalare questi comportamenti, anche in questo caso aveva ragione.

Sanzioni di cioccolata

"Il procedimento concerne il comportamento posto in essere dal professionista, consistente nell'aver omesso di informare in maniera adeguata gli acquirenti delle SIM dell'esistenza di servizi accessori già attivati, fra i quali, in particolare, la navigazione in internet e il servizio di segreteria telefonica. La fruizione di tali servizi comporta il pagamento di tariffe specifiche, computate in modalità flat o a consumo, addebitate in bolletta ai titolari di abbonamento, o scalate dal credito per i titolari di SIM prepagate", si legge nella nota AGCM riguardante TIM. 

Questa insomma la prassi, per altro condivisa nel settore, di attivare servizi aggiuntivi senza informare correttamente i clienti e poi consentire la disattivazione soltanto su richiesta. E così TIM sarà costretta a pagare una sanzione di 300mila euro, Vodafone di 250mila euro, Wind di 200mila euro e 3 Italia (H3G) di 120mila euro.

"Questi servizi erano preimpostati e necessitavano di una espressa richiesta di disattivazione da parte dell'ignaro utente", sottolineano Federconsumatori ed Adusbef. "Ci attiveremo, inoltre, per ottenere la restituzione di quanto indebitamente pagato dai malcapitati utenti".

Intanto, proprio in questi giorni, l'AGCM ha rimandato la conclusione del procedimento contro Telecom Italia al 30 settembre. Al centro della questione la verifica dell'eventuale abuso di posizione dominante manifestatosi con i numerosi rifiuti di attivazione di servizi all'ingrosso richiesti dai concorrenti per la fornitura di servizi ai clienti finali. E oltre a questo i consistenti sconti applicati alle utenze business nelle aree dov'è possibile l'unbundling. Di fatto tariffe stracciate non replicabili dagli operatori alternativi.