L'Antitrust UE deciderà su Tivù e equo compenso

L'associazione Altroconsumo ha depositato due ricorsi presso l'Antitrust UE per fare chiarezza sulla piattaforma Tivù e sull'equo compenso previsto dal decreto Bondi.

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a cura di Dario D'Elia

Altroconsumo ha denunciato all'Antitrust dell'Unione Europea sia la joint veniture Tivù che il decreto Bondi sull'equo compenso. Il nuovo commissario Joaquin Almunia dovrà esprimersi sul potere di concentrazione raggiunto da Telecom Italia media, RTI e RAI con il progetto DTT Tivù e sui rispettivi aiuti di Stato.

Joaquin Almunia, nuovo Commissario Antitrust UE

"Criptando i programmi con un protocollo di codifica incompatibile con quello del decoder Sky, Rai e RTI hanno in pratica reso inaccessibile la propria programmazione generalista sulla piattaforma Sky in lesione delle regole della concorrenza
(Articolo 101 del Trattato). Risultato: circa 5 milioni di utenti Sky non potranno ricevere programmi free-to-air e di servizio pubblico. Ma la RAI, proprio per assolvere al ruolo di servizio pubblico, beneficia del canone di abbonamento, un aiuto di Stato giudicato dalla Commissione compatibile con la natura del servizio erogato. Sino alla creazione di Tivù", si legge nel comunicato di Altroconsumo.

Altra questione invece quella sollevata sul decreto Bondi. Secondo l'associazione il nuovo equo compenso sarebbe "una tassa iniqua, in concreto aiuti di Stato alla SIAE e all'industria dell'audiovisivo, con abuso di posizione dominante". Insomma a tutti gli effetti "un'interferenza illegittima con il funzionamento del mercato interno UE".