L'asteroide Bennu

Parte questa notte da Cape Canaveral la missione NASA OSIRIS-REx, che inseguirà l'asteroide Bennu e si avvicinerà abbastanza da prelevarne dei campioni da riportare sulla Terra.

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a cura di Elena Re Garbagnati

L'asteroide Bennu

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Un'immagine radar dell'asteroide Bennu ottenuta con il Deep Space Network antenna della NASA il 23 settembre 1999. Crediti: Credit: NASA/JPL-Caltech

Originariamente conosciuto come 1999 RQ36, l'asteroide che sarà l'obiettivo della missione OSIRIS-REx è stato rinominato Bennu da Mike Puzio, un utente di 9 anni che ha partecipato a un concorso nel 2013. Per chi non lo sapesse, Bennu è un dio egizio in genere raffigurato come un airone cenerino. Puzio scelse questo nome perché trovò una somiglianza fra TAGSAM e i pannelli solari con il collo le ali del dio uccello.

Bennu è uno dei migliaia di NEO (Near-Earth Objects) in orbita entro 190 milioni di chilometri dalla Terra, ed è uno dei 200 la cui orbita è ben nota e sufficientemente simile alla Terra. Orbita intorno al Sole ogni 436 giorni e ogni sei anni si trova molto vicino alla Terra.

Bennu è anche relativamente grande, dato che ha una larghezza di circa 500 metri, e questo dato è importante perché gli asteroidi con diametro inferiore a 200 metri ruotano troppo rapidamente per consentire a un veicolo spaziale di avvicinarsi in sicurezza. La scelta quindi è stata ristretta a una manciata di rocce spaziali abbastanza grandi da permetterci una visita.

Fra queste Bennu è stato promosso per via della sua composizione. Si ritiene infatti che sia relativamente ricco di materiale a base di carbonio, quindi dovrebbe essere simile agli asteroidi che potrebbero avere portato acqua e materiale organico sulla Terra. Dante Lauretta ha infatti spiegato a Space.com che Bennu è importante non solo per la sua vicinanza alla Terra, ma anche perché è un residuo geologico perfettamente conservato del Sistema Solare. I ricercatori lo datano 4,5 miliardi di anni, quindi "Bennu è come una capsula del tempo risalente all'inizio del Sistema Solare".  "Vogliamo scoprire il ruolo che hanno avuto gli asteroidi carboniosi nel trasportare su pianeti come la Terra mattonelle che hanno permesso di costruire la vita".

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I criteri in base ai quali è stato selezionato l'asteroide Bennu. Crediti: UA/OSIRIS-REx Mission

L'idea è che se l'evoluzione organica e molecolare si è verificata in asteroidi come Bennu, e queste rocce spaziali hanno consegnato sostanze organiche complesse sulla Terra, allora forse tale "semina" si è verificata anche altrove. Potrebbe essere accaduto anche su Marte, sulla luna di Giove Europa, sul satellite di Saturno Titano e in altri luoghi, eventualmente in grado di sostenere la vita.

"Saremo in grado di comprendere i fondamenti della formazione dei pianeti, del Sistema Solare e, in realtà, degli ingredienti per l'origine della vita" ha aggiunto Christina Richey, scienziato di OSIRIS-REx.

C'è anche un altro motivo per il quale probabilmente Bennu ha attirato l'attenzione degli scienziati: è stato classificato come un asteroide potenzialmente pericoloso, dal momento che la sua orbita lo porterà vicino alla Terra nell'anno 2182. Prima di fare allarmismo, è bene precisare che vi è una possibilità estremamente remota (secondo studi recenti pari a circa 1 su 1000) che Bennu possa costituire una minaccia reale per noi. Tuttavia Jim Green, direttore della Divisione Scienze Planetarie della NASA, ha spiegato che "quello che apprenderemo con la missione OSIRIS-REx ci aiuterà anche a sviluppare metodi per monitorare meglio le orbite degli asteroidi".

L'idea è che per riuscire a prevedere il percorso di un asteroide potenzialmente pericoloso bisogna comprendere l'effetto Yarkovsky, e una volta chiarito questo mistero sarà possibile progettare azioni per scongiurare potenziali impatti della Terra non solo di Bennu, ma anche di altri corpi celesti.