L'Australia combatterà gli squali a colpi di tecnologia

Esperti di squali provenienti da tutto il mondo si sono riuniti a Sydney per discutere dei frequenti attacchi ai bagnanti avvenuti quest'anno sulle coste australiane e delle tecnologie che possono prevenire il verificarsi di simili episodi.

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a cura di Pasquale Macrì

Tracciare in tempo reale gli squali o combatterli con repellenti elettronici per prevenire gli attacchi agli ignari natanti australiani: sono solo alcune delle alternative discusse durante il summit che si sta svolgendo a Sydney, dove circa settanta esperti di squali stanno discutendo delle tecnologie che possono dare una mano nel tenere alla larga i predatori acquatici.

Quest'anno infatti, per ben 13 volte, gli squali hanno deciso di far visita ai natanti dello Stato del Nuovo Galles del Sud, di cui Sydney è la capitale. Durante il 2014 gli attacchi dei predatori acquatici si erano fermati a quota 3, perciò sia il Governo che lo Stato australiano in questione hanno deciso di applicare sistemi di monitoraggio e di contrattacco più tecnologici ed efficaci.

squalo attacco australia

Oltre alle soluzioni citate in apertura, si pensa anche ad un congegno chiamato "Clever Buoy", una sorta di boa smart che grazie al sonar integrato, rileva l'approssimarsi dello squalo alla costa e allerta i bagnini via SMS. Il tracciamento in tempo reale dovrebbe avvenire per mezzo della rete cellulare (ora il Governo australiano utilizza un sistema di tagging che fornisce solo l'ultima posizione nota del predatore) e quindi anche con l'ausilio di applicazioni per smartphone.

I portavoce dello Stato hanno riferito che l'obiettivo primario è quello di garantire la massima sicurezza delle persone in acqua, e durante questo summit sarà vagliata qualunque soluzione tecnologica  attuale e futura che possa aiutare nell'intento.

E pensare che, in termini di pericolosità, gli squali sono risultati dei dilettanti rispetto agli smartphone