L'Authority dei Trasporti sta con Uber: poche regole e concorrenza per tutti

L'Authority dei Trasporti ha comunicato a Governo e Parlamento le sue proposte per far operare servizi innovativi come Uber nella piena legalità. Sono dolori per i taxisti.

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a cura di Dario D'Elia

L'Authority dei Trasporti tende la mano a Uber, indebolendo le prospettive di vittoria dei taxisti nei confronti del nuovo che avanza. In una nota inviata ieri a Governo e Parlamento, l'Autorità presieduta da Andrea Camanzi sembra suggerire un pacchetto di correzioni agli attuali regolamenti del trasporto non di linea e alcune condizioni minime per consentire ai nuovi servizi di operare.

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La vita del taxista

Ad esempio i conducenti privati (caso Uber Pop) - che saltuariamente usano il proprio veicolo per trasportare passeggeri a pagamento - dovrebbero essere considerati come lavoratori occasionali quindi con soglie massime di reddito annuale e un numero di ore di lavoro settimanale non superiore alle 15. I tassisti professionisti, per fare un paragone, non possono raggiungere le dodici ore giornaliere.

Infine, chiunque decida di lavorare in questo settore dovrebbe comparire in un apposito registro regionale, al pari dell'intermediario che offre la piattaforma tecnologica. Le proposte sono state valutate positivamente da Uber.

"L'autorità italiana per i trasporti ha appena pubblicato un parere sulla mobilità, contenente delle proposte all'avanguardia sul ride sharing. Queste proposte riflettono perfettamente il nuovo assetto del trasporto pubblico - che sta sempre più diventando ecologico, affidabile ed efficiente - e incoraggiano nuove soluzioni di mobilità, come per esempio Uber", ha commentato Benedetta Arese Lucini general manager di Uber in Italia.

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"Con questo atto l'Italia sta indicando la strada all'Europa, e sta abbracciando l'innovazione a beneficio di tutti i cittadini. Uber vuole dare il suo contributo e partecipare al processo che potrà far sì che le considerazioni dell'Autorità divengano finalmente legge".

Il documento dell'Authority dei Trasporti non entra a gamba tesa solo sul segmento dei "Servizi tecnologici per la mobilità" come Uber, ma anche sui nervi scoperti del mondo taxista. Sottolinea infatti ancora una volta che bisogna rimuovere alcune restrizioni alla concorrenza. Gli NCC (noleggio con conducente) non dovrebbero avere più l'obbligo di rientrare in rimessa dopo ogni corsa. I taxisti invece dovrebbero poter estendere il servizio oltre l'area comunale, poter effettuare sconti e acquisire le corse da fonti diverse. Inoltre la titolarità delle licenze dovrebbe essere consentita anche a imprenditori privati (che potrebbero cumularle).

Insomma, domani gli stessi taxisti e NCC potrebbero ritrovarsi a lavorare per chiunque, Uber compreso.

La parola adesso a Governo e Parlamento.