Lavazza porta il caffè espresso nello spazio, sulla ISS

Lavazza ha realizzato con l'italiana Argotec la prima macchina per caffè espresso spaziale. Arriverà sulla Stazione Spaziale Internazionale con la missione Futura di Samantha Cristoforetti.

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a cura di Dario D'Elia

Mai sentito parlare di MPEG, oppure motore elettrico alternato oppure ancora del primo kolossal italiano Cabiria? Hanno tutti in comune la natia Torino. E così sarà anche per il primo caffè espresso della Stazione Spaziale Internazionale. Grazie a Lavazza, e il partner tecnico Argotec, il capitano dell'Aeronautica Militare Samantha Cristoforetti, durante la missione Futura avrà il privilegio di sorseggiare una "tazzulella 'e cafè" guardando fuori dall'oblò.

Lavazza ha voluto rispondere a una richiesta degli astronauti italiani che si sono alternati sulla ISS in questi anni. Poi coincidenza vuole che nel 2015 l'azienda torinese compirà 120 anni, quindi non potrebbe esservi compleanno migliore se non quello spaziale.

ISSpresso

"Si chiama ISSpresso. Prende il suo nome dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), su cui sarà installata, ed è la prima macchina espresso a capsule in grado di lavorare nelle condizioni estreme dello Spazio, dove i principi che regolano la fluidodinamica dei liquidi e delle miscele sono molto diversi da quelli tipici terrestri", spiega Lavazza nella sua nota ufficiale.

"ISSpresso nasce da un progetto di Argotec, l'azienda ingegneristica italiana specializzata nella progettazione di sistemi aerospaziali e leader europea nella preparazione di alimenti sani e nutrienti da consumare nello spazio, e di Lavazza, lo storico brand made in Italy del caffè".

ISSpresso

Di Argotec ne abbiamo parlato lungamente a gennaio nell'articolo "Ricette spaziali, ecco come si cucina e cosa mangiano gli astronauti".

"Il caffè italiano è una bevanda senza confini e pensiamo alla sfida di portare l'espresso anche nello Spazio da tempo. Già dieci anni fa, infatti, avevamo mandato in orbita l'espresso artisticamente con gli scatti di Thierry Le Gouès e con il calendario Mission to Espresso, che all'epoca poteva sembrare un'opera di fantascienza e che, invece, era solo visionaria", spiega Giuseppe Lavazza, vice presidente di Lavazza.

"Oggi infatti siamo in grado di rompere i limiti dell'assenza di peso e di bere davvero un buon espresso, simbolo indiscusso del made in Italy, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale".

Sotto il profilo tecnico la sfida è stata davvero ardua poiché sulla stazione spaziale la gestione di liquidi ad alta pressione e alta temperatura è piuttosto complicata. Ad esempio il tubicino di plastica che conduce l'acqua all'interno di una normale macchina espresso è stato sostituito con un tubo di acciaio speciale in grado di resistere a una pressione di oltre 400 bar. La macchina è così complessa da raggiungere un peso di circa 20 chilogrammi in quanto tutti i componenti critici sono stati ridondati per questioni di sicurezza secondo le specifiche concordate con l'ASI.

Come funziona 

Alcune soluzioni hanno portato a brevetti internazionali, che potranno essere utili sia per le successive missioni spaziali, sia per un immediato utilizzo terrestre.

E poi se qualcuno si domandasse per quale motivo proprio un caffè espresso sulla ISS, la risposta è semplice. Perché la "tazzulella" rimanda a un momento di incontro. Chiacchiere fra amici o colleghi sorseggiando qualcosa dal gusto intenso. Il "social network" l'abbiamo inventato noi. Anche quello.