Le abitazioni su Marte

L'Italia potrebbe avere un ruolo determinante nella colonizzazione umana di Marte: i ricercatori dell'Università di Cagliari hanno già depositato i brevetti per la costruzione delle abitazioni e la produzione di ossigeno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Le abitazioni su Marte

Di abitazioni su Marte si è parlato molto, e l'idea che ci è rimasta più impressa è quella delle caverne in fibra di basalto proposte dal progetto avveniristico di alcuni architetti. Il professore Cao pensa a qualcosa di profondamente diverso, che si vede anche nel seguente filmato.

Il professore ci spiega che il progetto del basalto si riallaccia all'idea di usare dei robot deputati a scavare la roccia per la realizzazione di abitazioni ricavate nelle caverne. Cao e il suo gruppo di lavoro hanno sviluppato nell'ambito del progetto COSMIC due brevetti italiani e altrettanti internazionali che si basano su un principio differente. 

Il primo in particolare, che risale al 2010, prevede la realizzazione di elementi strutturali sulla Luna e su Marte, sfruttando il suolo lunare e quello marziano. "Abbiamo ritenuto di non dover scavare come suggeriscono i colleghi architetti, ma usare e recuperare quelle sostanze che sono già presenti sul suolo lunare e marziano".

Queste sostanze sono ilmenite (un ossido misto di ferro e titanio) e ossido di ferro, estratti rispettivamente dal suolo lunare e da quello marziano, perché il brevetto riguarda installazioni umane sia sulla Luna sia su Marte. "Non abbiamo proprio pensato a una tecnologia di scavo per una scelta concettualmente diversa. Ben venga che ci sia qualcun altro che ipotizzi delle soluzioni alternative. È ragionevole immaginare che da qui a qualche tempo si arrivi a una spedizione umana su Marte, e certamente prima di arrivarci ci saranno da fare dei passaggi intermedi, e quindi tutte le tecnologie dovranno essere testate sul suolo marziano con dei lander specifici".  

Sul suolo lunare si trova ilmenite

Il riferimento è a Curiosity 2 ed ExoMars, al momento in progettazione. "L'aspetto rilevante è che ci si aspetta che nel 2020 un lander marziano entrerà in azione, il che sta a significare che sulla piattaforma ci saranno un certo numero di tecnologie che saranno testate. Sono del parere che più sono le idee e le tecnologie in questo senso e meglio è".

L'idea del professor Cao è quella di comporre una struttura di dimensioni variabili a seconda delle necessità, che ospiti sia i coloni umani sia le coltivazioni. Il brevetto prevede l'uso di pannelli solari come unica fonte per l'apporto energetico e la realizzazione di elementi strutturali per mezzo di una tecnologia di sintesi autopropagante ad alta temperatura.