L'e-book a scuola chiuderà aziende e produrrà disoccupati

La Federazione della Filiera della Carta e della Grafica chiede di rimandare di un anno l'introduzione degli e-book obbligatori nelle scuole. Si rischia la chiusura di molte aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro.

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a cura di Dario D'Elia

Gli e-book scolastici obbligatori dal 2013 hanno messo in allarme gli stampatori. L'articolo 11 del Decreto Crescita Bis che prevede per il prossimo anno scolastico l'introduzione nelle scuole dei testi digitali e di quelli "misti" (cartaceo con integrazione digitale) secondo gli addetti ai lavori è "scritto veramente male". Il timore è che possa favorire la scomparsa dei libri tradizionali da scuole e università.

"La norma deve essere rivista perché mette in crisi tutti: gli insegnanti che devono essere messi in grado di passare al digitale, gli studenti che non possono studiare tutte le materie solo su supporto digitale e l'industria che non può sacrificare da domani aziende e lavoratori sull'altare di una digitalizzazione che dovrebbe essere proposta in modo più morbido e meno traumatico", ha dichiarato il Presidente della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica Felice Rossini.

Stampa di libri

Insomma, di fronte all'innovazione si chiede cautela anche se l'Italia risulta in ritardo rispetto a tutti gli altri paesi europei. La soluzione sarebbe quella di "dare almeno un anno di più all'industria per organizzarsi e gestire l'integrazione". La Federazione ventila la chiusura di molte aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro.

"Si deve chiarire che la versione mista deve prevedere l'uso del libro cartaceo con contenuti digitali integrativi, perché molti docenti considerano i libri cartacei insostituibili e non si può proibire che li usino", ha aggiunto Rossini. A comprovare la posizione dei produttori anche l'esperienza oltreoceano che confermerebbe il rifiuto del "solo digitale" da parte di docenti e studenti. Si parla infatti di rischi per la memorizzazione e l'apprendimento.

"Non si può imporre che i collegi dei docenti da domani si dotino esclusivamente di libri digitali. Questa imposizione deve essere cancellata", ha concluso Rossini. "Questa è una battaglia che non possiamo abbandonare. Il Governo non può imporre dall'alto soluzioni astratte e inapplicabili. Noi non siamo contro il digitale, vogliamo semplicemente che rimanga la possibilità per gli insegnanti di poter adottare anche libri cartacei con alcuni contenuti digitali integrativi, oltre al libro esclusivamente digitale. Il Digitale, che è una opportunità di cui tutti riconosciamo la valenza, deve essere un'occasione gestita al meglio e non una minaccia che crea problemi e traumi".

La posizione degli stampatori è condivisibile ma non è chiaro cosa possa cambiare rimandando di un anno la rivoluzione digitale. È evidente che il settore sarà costretto a confrontarsi con la riduzione degli addetti, ma così è stato per ogni segmento industriale investito dall'innovazione. Al massimo sarebbe giusto porsi un altro problema fin da subito: che fare con gli specialisti che sicuramente da qui a qualche mese o anno perderanno il lavoro? Perché lo perderanno. Quindi tanto vale affrontare subito l'argomento invece che rimandare la questione.