Reazione dei genitori di fronte all'evidenza del rischio?

La pubblicazione delle immagini di minori su Facebook continua a creare ondate di umori contrastanti. Cerchiamo di capire i motivi per i quali è meglio moderare la diffusione di questo tipo di materiale e perché sarebbe alla fine un bene non solo per i bambini di oggi, ma anche per i ragazzi di domani.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Qual è, se ne avete esperienza, la reazione dei genitori che vengono messi davanti all'evidenza concreta del rischio a cui stanno ponendo i propri figli?

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"Dai dati che ho sulle nostre pubblicazioni in realtà la maggior parte dei genitori si dichiara contrario alla pubblicazione delle foto dei figli. La maggior parte ci dice che pubblica particolari come la manina o il piedino, o il bambino di spalle, e ha una grande consapevolezza del fatto che sia rischioso pubblicare le foto. Una percentuale un po' più bassa si pone anche il problema: 'quando mio figlio crescerà sarà felice di avere il web tappezzato delle sue foto?'.

2917 arrestato pedofilo pisa pontilenews

Una parte minore ritiene che sia un'esagerazione e porta l'esempio del parco: "sulla panchina al parco giochi ci potrebbe essere un pedofilo, allora non portiamo più i bambini nemmeno lì?". Rispondo che i rischi ci sono ovunque, infatti l'attenzione ai bambini si dà sempre, anche al parco. Questo non significa che perché c'è un rischio nella vita reale allora dobbiamo considerare nullo quello nella vita virtuale: un rischio concreto da una parte non esclude che ci possa essere anche dall'altra.

Oltre tutto nessuno manderebbe mai un bambino di 5 anni da solo al parco, e quando è lì il genitore - o chi per esso - lo tiene sotto costante sorveglianza.

Quando pubblichiamo online una sua foto la diamo in pasto a chiunque e senza alcun controllo. Una ricerca australiana spiega che i pedofili fanno anche fotomontaggi, per cui anche se pubblichiamo la foto di un bambino vestito non è da escludere che scelgano il suo bel viso e lo incollino sul un corpo nudo di un altro bambino. Insomma si dà ai pedofili un materiale potenzialmente infinito, alimentando la loro perversione".

Ma qual è il rischio concreto?

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"Spesso sfugge un particolare: una mamma di Milano mette online una foto di suo figlio, un pedofilo dall'altra parte del mondo la vede e magari esce a cercarsi un altro bambino con cui soddisfare la perversione che gli ha suscitato la foto. È chiaro che non toccherà il bambino milanese, ma lo stesso va le per la foto del bambino newyorkese "guardata" dal pedofilo milanese, per esempio. È un alimentare qualcosa di perverso che deve essere ostacolato, e l'unico modo per farlo è non pubblicare online foto di bambini.

Se non è chiaro guardiamola al contrario: se aveste un pedofilo vicino a casa, vorreste che avesse continuamente materiale per eccitarsi? Ovviamente no.

Pensiamo poi a un'altra cosa: se uno sconosciuto passando per strada vi facesse i complimenti per quanto è bello vostro figlio, e vi chiedesse di fargli una foto, cosa rispondereste? Pubblicandola online evitate anche allo sconosciuto la fatica di dovervela chiedere, gliela servite voi su un piatto d'argento.

In ogni caso, se proprio non si può fare a meno di postare online foto di minori, ecco 4 punti da non dimenticare:

  • Controllare tutte le impostazioni della privacy, anche chi può taggare le foto
  • Mai foto di bambini nudi, anche se sono al mare in spiaggia
  • Mettere sempre foto in cui non ci siano riferimenti a luoghi geografici
  • Potete decidere per vostro figlio, non per altri bambini, quindi occhio alle foto di gruppo dei profili privati dei gruppi genitori, per esempio".

fb baby error

In Francia c'è una proposta di legge per multare i genitori che pubblicano foto dei figli minori su Facebook. È la misura più adeguata o ci sono altri modi per obbligare i genitori a tutelare i propri figli?

elena urso 4791c146f6f0d10994a19c225e82dc24f

"Secondo me la multa è di sicuro un deterrente ma non educa. Non è che non bisogna pubblicare foto altrimenti si prende una multa, bisogna essere convinti dei motivi per cui non va fatto, altrimenti il giorno che si toglie la multa le foto tornano a girare. Bisogna insistere sulla comunicazione e sull'informazione che mostra i pericoli reali".

Se pensiamo che hanno dovuto multarci per costringerci ad allacciare la cintura di sicurezza, perché anche se ci dicevano che ci salvavano la vita ce ne infischiavamo?

elisabetta rossini 5ba1d59b0dbc038dbe75650a106b719c3

"Diciamo che sono ottimista e il mio lavoro mi porta a dire che la multa è proprio l'ultima cosa. Il lavoro di informazione e formazione è la via migliore. Nell'attesa va bene anche la multa, ma non può essere l'unica cosa".