Le parole della Rete che gli italiani non capiscono

Le parole meno capite dagli italiani sono Cloud, Emoji, Internet of Things, Fibra Ottica, On Demand, Wi-Fi, Android. Il rapporto European Tech Habits 2016 di Samsung conferma che l'analfabetismo digitale in Italia è una vera e propria emergenza.

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a cura di Pino Bruno

Hai voglia a pompare fibra ottica e banda larga nelle case, negli uffici e nelle aziende degli italiani se poi il 90 per cento dei nostri connazionali fa fatica a comprendere (o finge di conoscere) il significato di parole come cloud e emoji! Sono spietati i risultati del rapporto European Tech Habits 2016 di Samsung per valutare l'approccio alla tecnologia dei cittadini del Vecchio Continente. Rafforzano l'analisi fatta ieri da Valerio Porcu sull'arretratezza complessiva del Paese. Che dà segni di vitalità sulla digitalizzazione dei servizi di Pubblica Amministrazione, ma precipita in coda alla classifica delle competenze digitali.

alberto manzi non è mai troppo tardi
Alberto Manzi

Il che ci porta dritti al tema di questo articolo, cioè l'analfabetismo digitale. Il 33 per cento degli italiani ritiene di avere competenze IT inadeguate, il 26 per cento fa acquisti online contro la media UE del 53,2, il 26 per cento negli ultimi 12 mesi ha usato servizi di PA digitale rispetto alla media europea del 46,3 (fonte Eurostat). Quando andiamo in giro vediamo che tutti sono chini sul display dello smartphone e percepiamo di far parte di un popolo di smanettoni, ma le statistiche e il report di Samsung ci dicono altro.

Ci dicono soprattutto che cliccare, usare i social non significa avere consapevolezza di quello che c'è dietro, come funziona, quali sono le potenzialità e gli svantaggi dell'essere in Rete. Fino agli anni Settanta era obbligatorio sapere cos'era uno spinterogeno e come funzionava, altrimenti non si superava l'esame per ottenere la patente di guida. Alcuni ispettori particolarmente sadici ti costringevano a cambiare la gomma simulando una foratura e ti bocciavano se non ci riuscivi. Dicevano che se non conoscevi tutta la "macchina" non potevi guidare.

È ovvio che non serve una patente per usare Internet e il web, ma un'educazione di base sì. È vero, bambini e ragazzi hanno un approccio nativo alla tecnologia, se gli metti in mano un tablet sanno come usarlo. È sufficiente? Il rapporto Samsung dice che un terzo degli Italiani (32%) ha evidenziato come una terminologia poco chiara impedisca di utilizzare al meglio un dispositivo, sfruttandone tutte le potenzialità (in Europa la percentuale scende al 23%). Le parole meno capite dagli italiani sono Cloud, Emoji, Internet of Things, Fibra Ottica, On Demand, Wi-Fi, Android.

A voi che leggete Tom's Hardware sembrerà assurdo. Per me è anche una delusione personale, perché nel 2000 ho pubblicato per Mondadori Informatica il libricino "Le parole della rete" e nel 2009 "Dolce Stil Web" con Sperling&Kupfer, per dare un piccolo contributo alla divulgazione e alla comprensione dei termini della tecnologia. È evidente che ciò che si è fatto finora per l'alfabetizzazione digitale non è sufficiente. Tante iniziative lodevoli ma estemporanee e pochi soldi investiti. Questa è un'emergenza e va messa al primo punto dell'agenda digitale italiana. Altrimenti il divario con il resto dell'Europa non sarà mai colmato.