Legge sulle intercettazioni con la norma ammazza-blog

Le proposte PdL per una nuova legge sulle intercettazioni si ispirano alla vecchia legge Alfano, arenata alla Camera dal 2011. Una delle norme riguardava l'obbligo di rettifica per siti e blog generici.

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a cura di Dario D'Elia

La legge ammazza-blog rischia di spuntare nuovamente in Parlamento, al seguito delle proposte PdL per le intercettazioni. I dettagli non sono ancora noti ma le prime affermazioni di rito sono preoccupanti, poiché l'idea è quella di rifarsi alla vecchia proposta Alfano del giugno 2009, approvata poi dal Senato nel 2010 e successivamente arenata alla Camera nell'ottobre 2011. Al momento si parla di tre proposte di legge firmate rispettivamente da Maurizio Bianconi, Domenico Scilipoti ed Enrico Costa.

Senza entrare nel merito della questione intercettazioni, è bene ricordare che la proposta Alfano conteneva una norma definita fuori dal palazzo come "ammazza-blog". Il tema del dibattito era legato alle responsabilità dei gestori dei siti Web e al loro obbligo di rettifica sui contenuti pubblicati. Un obbligo che i legislatori PdL avrebbero voluto automatico, quindi alla semplice richiesta effettuata dai soggetti che si ritenevano lesi nella reputazione o consideravano i testi non veritieri. Il tutto dimenticando che esiste già una legge che si occupa di questi casi, ovvero quella sulla diffamazione.

"E ora?"

"Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono", riporta il comma 28 dell'articolo 1 del DDL. La norma non prevedeva la possibilità di replica e per di più sanzionava la mancata rettifica fino a 12mila euro.

Ai tempi si scatenò il finimondo soprattutto perché l'obbligo di rettifica per qualsiasi sito (blogger compresi) si sarebbe tradotto in una limitazione della libertà di parola e espressione, almeno secondo gli esperti.

Da allora vi sono stati altri tentativi: l'ultimo è dell'aprile 2012 quando nella bozza sulle intercettazioni dell'ex guardasigilli Paola Severino è rispuntata la storia della rettifica.

Intercettazione

Il Parlamento al momento sembra essere spaccato sull'argomento. Molti hanno fatto notare il momento inopportuno per presentare un disegno di legge così controverso. Il rischio è quello di legare il destino del Governo a un'iniziativa che non sembra rientrare fra le priorità del paese.

"In Parlamento si ricomincia a parlare di intercettazioni. E quando se ne parla si finisce per ipotizzare anche sanzioni per i giornalisti che venuti in possesso dei testi li rendono pubblici. Il rischio è che si ripeta l'indecente spettacolo a cui abbiamo assistito nella precedente legislatura", ha commentato il sindacato dei giornalisti Fnsi.

La Federazione della Stampa ha aggiunto che "non starà a guardare e che provvedimenti che non fossero equilibrati e che, invece di tutelare i cittadini, tendessero a colpire il loro diritto ad essere informati ed il dovere dei cronisti di informare, troveranno la più ferma e decisa opposizione di tutta la categoria".

Aggiornamento. Il buon vecchio Pino Bruno mi ha ricordato che si parlava di norma ammazza-blog già nel 2007 con il disegno di legge Levi-Prodi. Anche quella alla fine venne affossata.