Leggi di iniziativa popolare via Internet, alla Commissione UE

Da aprile i cittadini italiani ed europei potranno sottoporre alla Commissione UE proposte di legge su ambiente, agricoltura, trasporti, salute pubblica e altri settori. La raccolta firme potrà avvenire anche online.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Gli italiani, come gli altri cittadini europei, da aprile potranno sottoporre proposte di legge alla Commissione UE. Si tratta senza dubbio di una rivoluzione, anche se per confezionare una proposta verrà richiesto il sostegno di almeno 1 milione di cittadini, di almeno 7 dei 27 Stati membri dell'Unione Europea. 

"Un'iniziativa dei cittadini può essere promossa in qualsiasi settore nel quale la Commissione può proporre un atto legislativo, come ambiente, agricoltura, trasporti o salute pubblica", si legge sul sito ufficiale. Per lanciare un'iniziativa occorre costituire un "comitato dei cittadini" composto da almeno 7 cittadini dell'UE residenti in almeno 7 Stati membri diversi. I membri del comitato devono aver raggiunto l'età necessaria per acquisire il diritto di voto per le elezioni al Parlamento europeo (18 anni in ogni paese, salvo l'Austria, dove ne bastano 16)".

e-democracy

Tutto questo per noi italiani potrebbe sembrare sconvolgente, perché per una volta la politica nazionale potrebbe essere bypassata intenzionalmente. Non è possibile ad esempio che sulle questioni di garanzia - che si tratti di TLC o Antitrust - si debba sperare sempre nell'intervento di Bruxelles solo perché AGCOM e AGCM sono perennemente al guinzaglio dei Governi di turno.

"Prima di iniziare la raccolta delle dichiarazioni di sostegno da parte dei cittadini, gli organizzatori sono tenuti a registrare l'iniziativa proposta su questo sito. Dopo la conferma della registrazione, gli organizzatori hanno a disposizione 1 anno per raccogliere le dichiarazioni di sostegno", continua il documento.

Da rilevare poi che per sostenere ogni iniziativa sarà sufficiente la compilazione di appositi moduli online. Lo ribadiamo per chiarezza "appositi moduli online"! Ciò vuol dire che su alcuni argomenti, come ad esempio copyright, privacy o anche semplicemente trasparenza, non ci sarà contro-raccolta su strada che tenga. Potranno anche mettersi a picchettare, ma la community online sarà sempre più forte. E la cosa divertente, è che soprattutto in Italia, una certa politica non dispone neanche degli strumenti per comprendere. 

Occupy LegoLand - clicca per ingrandire

Una volta che i cittadini avranno raccolto un sufficiente numero di firme la Commissione esaminerà attentamente la proposta ed entro 3 mesi organizzerà un incontro con i promotori "per consentire loro di esporre in dettaglio le tematiche sollevate dall'iniziativa". Dopodiché sarà possibile presentare l'iniziativa in un'audizione pubblica presso il Parlamento europeo. Infine la Commissione darà una risposta formale in cui illustrerà le eventuali azioni che intende proporre a seguito dell'iniziativa dei cittadini e le sue motivazioni per agire o meno in tale senso.

"La Commissione non ha l'obbligo di proporre un atto legislativo a seguito di un'iniziativa. Se la Commissione decide di presentare una proposta, ha inizio la normale procedura legislativa: la proposta viene sottoposta al legislatore (in genere il Parlamento europeo e il Consiglio, oppure in alcuni casi soltanto il Consiglio) e, se adottata, avrà forza di legge", conclude il documento.

L'avvocato IT Guido Sforza parla di un vero e proprio "esperimento embrionale di e-democracy tutto europeo". 

"Un Governo costretto per legge ad esaminare i suggerimenti dei cittadini in termini di iniziativa legislativa e dei cittadini in condizione di obbligare il Governo ad ascoltarli, utilizzando semplicemente Internet, costituirebbe una piccola-grande rivoluzione democratica della quale, oggi, si avverte uno straordinario bisogno", sottolinea l'esperto.

Beh, partiamo dall'Europa e poi si vedrà.