Lenti a contatto con zoom ottico per l'umano potenziato

Alcuni scienziati stanno studiando il modo di creare lenti a contatto con zoom integrato.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ricercatori svizzeri e statunitensi hanno sviluppato lenti a contatto con lo zoom. Come le cuffie invisibili di cui abbiamo parlato ieri, anche questa invenzione ci porta un passo più vicini alla trasformazione dell'uomo in cyborg. Le lenti sono pensate come aiuti per chi ha problemi di degenerazione maculare, e possono ingrandire le immagini fino a 2,8 volte.

Spesse 1,17 mm, sono costruite a strati, ognuno dei quali è un piccolissimo specchio di alluminio. La luce si riflette diverse volte prima di essere indirizzata verso la retina, che riceve l'immagine ingrandita. L'ingrandimento però funziona solo in abbinamento a occhiali polarizzanti (quelli usati per il 3D), senza i quali la persona vede normalmente; la parte centrale della lente infatti riceve le immagini in modo normale, senza ingrandimenti: con gli occhiali addosso invece la luce viene deviata verso la parte esterna, e si attiva lo zoom ottico.

"Queste lenti possono aiutare i pazienti in molte attività quotidiane, come la lettura, il riconoscimento di volti o il prendersi cura di sé stessi", spiega il comunicato stampa. Rispetto ai sistemi esistenti il vantaggio di questa novità sta nella sua ridotta (o nulla) invasività: sono comode da usare e non creano difficoltà.

I ricercatori spiegano che ci sono ancora dettagli da sistemare prima di pensare a un uso effettivo sulle persone. Per esempio, l'ingrandimento riduce la qualità dell'immagine e il contrasto. Il materiale usato inoltre non è adatto alla realizzazione di lenti da indossare per lunghi periodi di tempo.

Questa ricerca poi si potrebbe in futuro unire agli studi mirati a inserire uno schermo LCD nelle lenti a contatto. Anche in questo caso l'obiettivo è aiutare chi ha problemi visivi, e si sta già lavorando a un collegamento wireless.

Lenti a contatto, cuffie invisibili, chip sottocutanei, organi stampati in 3D. Tutto questo ha un nome: transumanesimo, una parola a cui dovremo presto abituarci, perché la contaminazione tra corpo umano e tecnologia non è una possibilità, ma una certezza. E non si parla solo di cure per chi è malato o ha subito incidenti, ma anche di veri e propri potenziamenti. Il dibattito sulle implicazioni terrà certamente banco negli anni a venire: avete già un'opinione a riguardo?