L'equazione di Schrödinger III: un po' di matematica

Continua la nostra analisi dell'equazione di Schrödinger, questa volta con un'analisi squisitamente matematica.

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a cura di Sergio Cacciatori

universita insubria

Questo contenuto è la terza puntata di una serie di quattro articoli preparati per fare in modo che i lettori interessati possano capire l'equazione di Schrödinger ed avere quindi il bagaglio culturale necessario per seguirci nelle puntate a seguire, dove tratteremo l'equazione di Dirac, orbitali di legame e antilegame e molto altro. Se vi siete persi le altre puntate, a questo link trovate la prima puntata, qui la seconda.  

Oggi vogliamo esporre alcuni dettagli matematici tutt'altro che elementari, che sono alla base della meccanica quantistica.

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In meccanica quantistica i moti delle particelle sono descritti statisticamente a partire dalla funzione d'onda, una funzione di tipo L2 normalizzata. Ora vogliamo vedere qualche dettaglio matematico che ci permetterà in futuro di vedere alcune applicazioni. Una funzione d'onda ψ vive nello spazio di Hilbert L2ℝ, l'insieme delle funzioni f : â„→â„‚ a valori complessi tali che

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Se a è un numero complesso e f(x) una funzione L2, allora anche a · f(x) è una funzione L2. Non è diffcile inoltre dimostrare che f(x) + g(x) è di tipo L2 se lo sono f(x) e g(x). Infatti si noti che se z e w sono due numeri complessi si ha

2 JPGda cui ricaviamo che 3 JPG Usando questa abbiamo allora

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Se usiamo questo risultato con f(x) e g(x) al posto di z e w abbiamo

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Mettendo insieme questi risultati vediamo che per qualunque coppia di numeri complessi a, b e di funzioni f, g di tipo L2, anche la loro combinazione lineare af(x) + bg(x) è di tipo L2. Questo lo si riassume dicendo che L2(ℝ) è uno spazio vettoriale.

Un secondo punto che abbiamo già introdotto è il prodotto scalare tra due funzioni di tipo L2:

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Il lettore può verificare che esso soddisfa le proprietà

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dove a e b sono numeri complessi e f, g, h funzioni di tipo L2. In questa esposizione semplicata ci accontenteremo di lavorare con funzioni continue di tipo L2. Con questa ipotesi suggeriamo ai lettori di tentare di dimostrare che se in particolare 8 JPG allora f=0. Noi vogliamo invece qui dimostrare un'altra proprietà del prodotto scalare, molto importante nota sotto il nome di disuguaglianza di Cauchy-Schwarz:

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dove 10 JPG è detta la norma di f. Per dimostrarlo osserviamo che per qualunque numero complesso z, usando le proprietà elencate sopra, si deve avere 

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dove abbiamo usato le proprietà del prodotto scalare elencate sopra. Dato che questo deve valere per ogni valore di z, ammesso che 12 JPG questo deve valere in particolare per 13 JPG che sostituito sopra fornisce

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che implica la disuguaglianza annunciata, essendo 15 JPG

Infine, abbiamo già discusso il fatto che in meccanica quantistica le grandezze fisiche sono descritte da operatori Â, come l'operatore quantità di moto 16 JPG e l'operatore posizione 17 JPG, dai quali si ottengono i valori medi di tali grandezze fisiche come valori di aspettazione definiti da 18 JPG. Vogliamo qui ricordare che con operatore si intende un operatore lineare, cioé una mappa che applicata ad una funzione di tipo L2 restituisce una funzione dello stesso tipo, e inoltre soddisfa la seguente importante relazione, detta di linearità:

se a, b sono due numeri complessi e f e g funzioni di tipo L2, allora

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Per esempio l'operatore posizione 17 JPG,  definito da 20 JPG soddisfa ovviamente questa proprietà:

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e similmente si può verificare la linearità di 22 JPG

Ma c'è un'altra proprietà che dobbiamo richiedere a un operatore perché possa corrispondere a una grandezza fisica. Quando misuriamo una quantità fisica, per esempio una coordinata di una particella o una componente della sua velocità o la sua energia, eccetera, tale risultato è espresso da un numero reale. Dato che questo numero è verosimilmente espresso dal valore di aspettazione 23 JPG,  calcolato rispetto alla funzione d'onda ψ, tale valore di aspettazione deve sempre essere reale, qualsiasi sia ψ. Ricordando che 24 JPG,  questo implica che deve aversi

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qualsiasi sia la funzione d'onda ψ(x, t). Un operatore lineare che soddisfa questa identità per ogni ψ viene detto operatore simmetrico. Le grandezze fisiche in meccanica quantistica sono allora descritte da operatori simmetrici. Si può dimostrare che più in generale un operatore simmetrico soddisfa

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per ogni copia di funzioni f, g.

Concludiamo questa sessione vericando che ad esempio l'operatore quantità di moto 16 JPG è infatti simmetrico.

Infatti, integrando per parti si ha

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dove abbiamo usato che ψ(x, t) si annulla se x → ± ∞. Invitiamo il lettore che voglia impratichirsi a dimostrare che anche l'operatore di posizione17 JPG è simmetrico.

Sergio Cacciatori è ricercatore e docente presso il dipartimento di Scienza e Alta Tecnologia dell'Università dell'Insubria. Si occupa essenzialmente di Fisica Teorica e Fisica Matematica. 

Massimo Bertini, insegnante di liceo.


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