Letta: scorporo Telecom se lo sviluppo della rete si ferma

Ieri, in occasione della presentazione del rapporto Caio, il Premier Letta ha parlato di "extrema ratio" sul fronte dello sviluppo. Se si blocca tutto possibile scorporo della rete Telecom.

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a cura di Dario D'Elia

Se in Italia lo sviluppo della banda larga non dovesse proseguire il Governo premerà "il pulsante rosso della bomba atomica rappresentato dallo scorporo della rete". Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, ieri, in occasione della presentazione del rapporto "Raggiungere gli obbiettivi Europei 2020 della banda larga in Italia: prospettive e sfide" è stato molto chiaro. Non è più tempo di scherzare sugli obblighi degli operatori TLC.

Sono bastate queste parole per far scattare Asati, l'associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia. "Interventi dirigistici, quali quelli prospettati dal Presidente Letta, presentino evidenti profili di illegittimità costituzionale poiché incidono direttamente sul diritto di disporre e godere dei propri beni da parte del soggetto (privato e quotato in Borsa) titolare della rete ", si legge nella nota difensiva di Asati. "In altre parole, questi interventi rappresenterebbero un vero strappo a uno Stato di diritto, una evidente forma di espropriazione".

Il pulsante rosso

In verità, alcuni osservatori sostengono che l'extrema ratio ventilata da Letta sia possibile e prevista anche dalle norme comunitarie. Il percorso però sarebbe complicatissimo e la regia dovrebbe essere affidata al Garante delle Comunicazioni. Insomma, non è un caso che Letta abbia parlato di "pulsante rosso".

"Sono convinto che il caso dello scorporo citato come extrema ratio sia un modo molto efficace per enfatizzare l'assoluta strategicità del tema e della necessità di chiudere il gap digitale con gli altri Paesi europei", ha commentato l'AD di Telecom Italia Patuano. "Le ipotesi di scorporo ex lege della rete, tuttavia, mi sembrano difficilmente conciliabili con il quadro normativo, tanto europeo quanto nazionale, in un settore completamente liberalizzato, ormai dal 1998, e caratterizzato da una crescente concorrenzialità".

NGA in Italia 

Ad ogni modo prima di spargere il sale sulla coda degli operatori il Governo dovrà impegnare risorse pubbliche e usare efficacemente i fondi strutturali europei. Almeno, così sottolinea Mister Agenda Digitale, Francesco Caio, nel rapporto.

"In assenza di un forte, sostenuto e continuo impegno del Governo italiano gli obiettivi europei sulla diffusione della banda larga non saranno completamente raggiunti", si legge nel documento.

Gli obiettivi sono quelli stabiliti da Bruxelles: 30 Mbit a tutti entro il 2020 (saremo al 50% entro il 2016/2017) e 100 Mbit al 50% della popolazione entro il 2020 (siamo al 2%). La copertura con servizi minimi broadband pare essere già stata raggiunta: si stima il 98,4% della popolazione.

Ora tocca agire.