L'Europa è divisa anche dal filo spinato digitale

In Europa si vogliono rimuovere i blocchi geografici, per dare ai cittadini piena libertà nell'uso dei servizi e nel commercio di beni. La bozza della nuova norma tuttavia tiene fuori i servizi televisivi, con particolare attenzione allo sport, a tutela delle grandi corporation televisive ma contro gli interessi dei cittadini.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Il sogno di un'Europa unita è fatto anche di piccole cose, piccole soddisfazioni come la possibilità di vedere i programmi televisivi di casa propria anche all'estero. Tecnicamente si tratterebbe di abolire il geo blocking, cioè il blocco di questo o quel programma televisivo fuori dai confini nazionali. Sembrava che la Commissione Europea volesse mettere fine a questa pratica - se ne parla da anni - ma la bozza della nuova norma ha più l'aspetto di una farsa.

Il limite geografico è imposto dai produttori e dai canali televisivi, che in questo modo vogliono garantirsi più guadagni e meno concorrenza. Ma è odiato dagli spettatori di tutto il mondo, per una ragione semplice e sensata: se vado in Francia, perché diavolo non posso guardarmi un film su Sky, o accedere al catalogo Netflix a cui sono abituato? Per la cronaca, all'estero Netflix funziona ma mostra il catalogo del paese in cui ci si trova, e il doppiaggio in Italiano è disponibile solo per le produzioni originali.

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Separati in casa

Ecco perché tanti consumatori decidono di usare una VPN come NordVPN (da 4 a 8 dollari al mese) o SurfEasy, che tra l'altro è stata recentemente integrata direttamente nel browser Opera, che costa da 9 a 12 dollari al mese.  Una VPN può servire per vedere Sky o i programmi RAI all'estero ma non è una soluzione sempre valida. Netflix per esempio blocca questi servizi, e per i clienti di questa società le VPN non sono una soluzione, purtroppo.

Speravamo però che la Commissione Europea sarebbe intervenuta, eliminando con una legge il geo blocking. Ma come spesso accade alle belle speranze, anche questa sembra destinata a infrangersi sugli affilati scogli della burocrazia e delle lobby.

C'era la proposta, e c'è ancora, di proibire alle società la pratica del geo blocking. Ma c'è anche, purtroppo, la bozza della nuova norma. Una bozza che esclude dal divieto i servizi audiovisivi, vale a dire quelli che più di tutti danno senso a questa nuova norma.

Eppure la base legale è "abolire le barriere al libero movimento di beni e servizi", e garantire ai cittadini un accesso senza discriminazioni, assicurandosi che ogni cittadino europeo abbia gli stessi diritti a prescindere dal paese in cui vive. Ed è una cosa importantissima perché si parla di dare ai cittadini facile accesso ai negozi di tutti i paesi membri, con facilità di pagamento e di consegna - in ultima analisi potremo scegliere sempre l'opzione più economica.

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E però allo stesso tempo "i servizi audiovisivi […] sono esclusi da questa regolamentazione", si legge sul documento. Vengono specificamente evidenziati gli eventi sportivi, e si capisce perché: se nel paese A c'è un canale che trasmette le partite a pagamento, allora il canale del paese B che la trasmette a un prezzo minore o gratis rappresenta un problema. Il testo non parla invece di film e musica.

Così però resta la discriminazione basata sulla nazionalità: cosa succede se io pago per vedere le partite in Italia, e mi capita di essere all'estero quando c'è un match che m'interessa? Che non posso vederlo, perché in quel paese è un altro canale a trasmettere l'evento in esclusiva. E anche volendo non potrei abbonarmi, perché è un diritto riservato solo ai residenti di quel paese.

Peccato, è una bella occasione ma la stiamo perdendo. Per quanto sia importante tutelare gli affari delle grandi aziende di broadcasting, sarebbe ancora più importante dare ai cittadini europei prove concrete che dimostrino loro l'esistenza di una vera unione europea - o almeno il desiderio di tale esistenza. Come faccio a sentirmi cittadino d'Europa, se non appena passo i confini del mio paese non posso nemmeno vedere la partita o guardarmi un film - magari tramite un servizio che pago profumatamente?

L'unica consolazione è che si tratta di una bozza, e c'è ancora tempo per migliorarla eliminando queste storture. Ma anche di peggiorarla. 

P.S. Reuters riporta che proprio oggi alcuni stati membri hanno dato l'approvazione alla proposta. La prestigiosa agenzia di stampa sostiene che la nuova norma porterà a un effettivo sblocco del geo blocking, contrariamente a quanto esposto sopra. Reuters tuttavia non cita alcuna fonte specifica, né menziona la bozza di normativa pubblicata da TorrentFreak e visionata anche da Tom's Hardware.