Libertà di espressione online: quando è diffamazione?

I nostri consulenti legali ci spiegano oggi il sottile confine tra libertà di espressione online e diffamazione.

Avatar di Redazione Diritto dell’Informatica

a cura di Redazione Diritto dell’Informatica

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione” […].

L’art. 21 Cost. è la norma costituzionale principe e di ampia portata che tutela la libertà di manifestazione del pensiero.

Ma, come in ogni repubblica democratica che si rispetti, a pochi diritti non corrisponde un dovere e nessun diritto può venire esercitato ad libitum, ovverosia senza limiti e condizioni alcune.

I limiti di portata generale a tale principio, impliciti ed espliciti, possono essere riassunti in: buon costume, interessi costituzionalmente rilevanti (a mero titolo esemplificativo, tutti i diritti che appartengono alla sfera della personalità, come il diritto alla riservatezza, alla onorabilità, alla dignità della persona), ordine pubblico, tutela del prestigio delle istituzioni pubbliche (tutela del prestigio del governo, dell’ordine giudiziario e delle forze armate).

Ad oggi questo tema sta evolvendo verso nuove e più intricate problematiche, in quanto l’utilizzo del web è diventato oramai totalizzante e la velocità e diffusività delle informazioni in esso condivise ha comportato e comporta nuove riflessioni sui limiti della libertà di espressione.

Per approfondire invece il Danno alla reputazione: personale, professionale e della persona giuridica, leggi questo articolo

Confine tra libertà d’espressione e diritti della sfera individuale

È quotidiana la visualizzazione di post e commenti online, soprattutto tramite l’utilizzo dei social network, i quali spesso hanno come contenuto una valutazione su fatti/accadimenti della vita reale altrui, oppure si sostanziano in recensioni e giudizi di valore rivolti a post, articoli o contenuti altrui di qualsivoglia tipo pubblicati sul web.

Fintantoché la valutazione è positiva non vi sono problemi, a chi non fa piacere ricevere complimenti?

Le criticità si fanno strada quando i toni divengono maleducati o sprezzanti, a vari gradi, fino al raggiungimento dell’offesa o dell’insulto.

Come ci ricorda la Costituzione, il cd. diritto di parola ha dei limiti.

Diffamazione e offesa alla reputazione

Se la manifestazione del pensiero travalica i limiti del sentimento comune, il commentatore deve tenere a mente che se va a riferirsi ad una persona fisica identificata o identificabile (tramite l’indicazione di tratti somatici, abitudini di vita, attività lavorativa ecc.…), la valutazione - personale e soggettiva - non deve andare a ledere:

  • la reputazione altrui;

  • il diritto all’immagine;

  • il diritto alla riservatezza;

  • la dignità della persona umana.

A tutela di questi diritti vi è il reato di diffamazione, art. 595 c.p., che viene integrato quando l’offesa è finalizzata alla portata conoscenza di un numero indeterminato di persone, una circostanza facilmente - se non matematicamente - verificabile se viene utilizzato il web.

Una forma di diffamazione aggravata è quella che si realizza con il mezzo della stampa, con qualsiasi altro mezzo di pubblicità (materiale o digitale), o in atto pubblico (comma 3).

Una martellante campagna diffamatoria effettuata tramite web o social è stata equiparata dalla giurisprudenza a mezzo di pubblicità; pertanto, la diffamazione online può integrare la fattispecie aggravata.

(Cass. pen., V sez., n. 7904/19; Cass. pen. sez. V, 13/07/2015, n. 8328; Tribunale Pescara, 05/03/2018, n. 652).

Quando la libertà di espressione online si scontra con l’attività economica/di impresa altrui

Sempre più frequenti sono i casi di pubblicizzazione via web di attività di tenore economico o vere e proprie attività di impresa, il cui fatturato ha prevalentemente origine online.

In tal caso la libertà di espressione si sostanzia spesso in libertà di critica che, nel concreto e nella maggioranza dei casi, interessa i competitor dei soggetti “commentati”.

In tal caso i limiti ampliano la loro portata e comprendono, oltre alla tutela dell’immagine e della reputazione dell’influencer o dell’azienda - ovverosia i diritti che appartengono alla sfera della personalità - tutti quei diritti che sono in relazione con la libertà di iniziativa economica altrui.

Vengono in tal caso in rilievo i seguenti:

  • diritto di proprietà ed utilizzo esclusivo del proprio marchio e dominio internet;

  • divieto di concorrenza sleale;

  • rispetto del diritto d’autore;

  • divieto di plagio;

  • divieto di sfruttamento economico delle attività e dei contenuti di proprietà altrui;

  • rispetto della libertà di iniziativa economica altrui e di esercizio dell’attività di impresa.

Qui trovi “10 trucchi che le aziende ignorano: difendersi da competitor e registrazione del marchio” per difenderti dalla concorrenza sleale, clicca qui.

Diffamazione potenziale: difesa per Youtuber, influencer e Streamer Twitch

Spesse volte, influencer marketing, youtuber affermati o aziende che svolgono prevalentemente la loro attività online sono oggetto di attenzione non solo da parte dei fruitori abituali o dei neofiti, ma anche da coloro che svolgono un’attività simile e a cui la notorietà del collega non risulta indifferente.

Può succedere, quindi, che gli stessi mettano in atto meccanismi di pubblicità negativa che a lungo andare possono sfociare nel reato di diffamazione.

I tribunali di merito, a cui si sono rivolte talune affermate aziende, in alcuni casi hanno riconosciuto la bontà delle pretese in specie, in quanto diffamazione cd. potenziale.

Nella prassi, sono state riconosciute forme di tutela anche in queste circostanze, quali:

  • risarcimenti economici;

  • formali lettere di scuse pubblicabili nei canali ritenuti più opportuni;

  • cancellazione di domini che effettuavano concorrenza sleale o plagio;

  • cancellazione di contenuti/post/articoli denigratori e integranti concorrenza sleale.

Come difendersi dalla concorrenza sleale

Se sei vittima di diffamazione, concorrenza sleale online o vuoi tutelare la tua libertà di espressione, contatta il nostro studio legale partner FCLEX a Bologna, chiedendo dell’Avvocato Giuseppe Croari, esperto di diritto dell’informatica e nuove tecnologie, e richiedi una consulenza specializzata e personalizzata.