Limiti e pericoli del commercio di armi online

Per compare armi semplici bastano pochi click, e con qualche sforzo in più è possibile procurarsi armi da fuoco e persino attrezzatura pesanti, e spesso ci vanno di mezzo dei minorenni. Le leggi lo impedirebbero, ma spesso i siti di ecommerce non ostacolano il fenomeno come dovrebbero e potrebbero.

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a cura di Andrea Spataro

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Da diversi anni ormai é possibile acquistare qualunque cosa online: dai libri ai videogiochi, dai mobili ai biglietti per i concerti. Tutto il Web appare ai nostri occhi come un unico immenso supermercato, diviso in settori e categorie, con possibili sconti, promozioni e servizi aggiuntivi.

Supermercato che, come ogni esercizio commerciale, deve in ogni caso rispettare i limiti e le restrizioni previsti dalla legge nazionale e dalla normativa comunitaria.

Il caso Amazon

Ciò premesso, è risultato sorprendente individuare in uno dei siti di e-commerce più grandi al mondo (Amazon) la presenza di beni qualificabili come vere e proprie armi di difesa personale, vendute come qualsiasi altro bene pubblicizzato nel portale.

Sfogliando il catalogo virtuale offerto (dalla versione anglosassone), si presentano infatti differenti tipi di strumenti potenzialmente lesivi della persona: pistole con liquido irritante al peperoncino, torce con effetto stordente, piccole lame nascoste in comodi berretti e così via.

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Alcuni di questi prodotti sono venduti direttamente da Amazon, altri sono solo "messi in vetrina", mentre della vendita si occupano aziende dislocate in varie parti del mondo.

Appare quanto meno singolare la condotta di Amazon, il quale da un lato permette la vendita di tali prodotti potenzialmente lesivi senza particolari verifiche e dall'altro avverte gli utenti circa i rischi che si corrono nel caso i cui si acquisti un'arma in un Paese come il Regno Unito, nel quale il possesso illegale di armi è punito con la reclusione fino ad un massimo di 5 anni.  

Emblematica a tal proposito è l'inchiesta realizzata dalla nota testata giornalistica britannica The Guardian del dicembre 2015, che dimostrò la semplicità con cui persino un minorenne sia in grado di acquistare indisturbato prodotti potenzialmente lesivi della persona dal sito web amazon.co.uk.  E purtroppo, come spesso accade, a pagarne le conseguenze sono i bambini che in assenza di un controllo prima da parte dei genitori e poi da chi governa il portale, si ritrovano con semplici espedienti (basta un semplice foglio affisso alla porta di casa che indichi al corriere di lasciare il pacco sul pianerottolo) ad essere in possesso di vere e proprie armi. 

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A seguito dell'inchiesta sono piovuti al portale numerosi reclami e segnalazioni che hanno costretto Amazon ad attivarsi per l'immediata rimozione dei citati prodotti. Se però da un lato c'è stato un tempestivo intervento, dall'altro la società americana ha subito voluto mettere le mani avanti dicendo che "tutti i venditori del Marketplace devono seguire le nostre linee guida sulla vendita e chi non lo fa sarà soggetto a ripercussioni legali compreso una possibile rimozione del loro account."

La stessa ha inoltre dichiarato che taluni prodotti sono venduti da soggetti indipendenti, che sono a conoscenza di quali siano gli obblighi e i divieti da rispettare negli accordi stipulati con Amazon, precisando che in caso di mancato rispetto delle normative vigenti, essi saranno ritenuti i soli responsabili.

Più che prendere posizione attraverso tali dichiarazioni sarebbe auspicabile attendersi, da un colosso di tali dimensioni, l'adozione di controlli più incisivi al fine di scongiurare, quanto più possibile, il verificarsi di reati commessi con l'impiego di prodotti la cui vendita potrebbe essere disciplinata con maggior rigore.