L'impatto di Dune sul mondo reale

In questo ciclo troverete di tutto: dalla lotta tra macchine e Uomo alla religione, dal sesso all'eugenetica, dalla forza della mente alla droga, dai viaggi interstellari agli intrighi di potere. Un'opera imprescindibile per qualunque appassionato di fantascienza, che difficilmente lascia indifferenti anche i più scettici nei confronti del genere.

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a cura di Tom's Hardware

Con questo romanzo, Frank Herbert apre il "Ciclo di Dune", che consta di ben sei romanzi pubblicati tra il 1965 ed il 1985. Herbert morì nel 1986, a 65 anni. Con Dune, questo scrittore ha posato una pietra miliare nella fantascienza e nella narrativa tutta. Un'imponente stele di granito dalla quale molti appassionati del fantastico hanno saputo trarre a loro volta la propria storia.

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George Lucas, anni dopo l'uscita del suo lungometraggio più famoso, rivelerà senza peli sulla lingua che "Senza Dune, Guerre Stellari non sarebbe mai esistito". Il regista californiano ha infatti attinto a piene mani dall'immaginario di Herbert, spogliandone però l'opera di gran parte della sua profondità a vantaggio di un'avventura più spettacolare e godibile.

In Dune però non troverete battaglie stellari o duelli a colpi di spade laser. Gli scontri sono divisi su due piani: il primo mentale, in cui si studia ogni minimo movimento dell'avversario per capirne le intenzioni, e il secondo fisico, quando uno dei duellanti viene annientato. Come in un incontro di scacchi, mossa e contromossa avvengono prima nella mente che nella realtà: ognuno dei combattenti cerca di prevedere come l'avversario risponderà all'attacco prima ancora di averlo compiuto.

Un dettaglio che rende Dune ancora più complesso, e ancora più difficile da trasformare in film, come ben sanno quelli che ci hanno provato. L'esempio più famoso è certamente il film diretto da David Lynch che tretteremo separatamente in Retrocult. Oggi per alcuni è un cult, ma commercialmente fu un disastro. Lo stesso regista finì per rinnegare la sua opera, che pure era piaciuta a Herbert.

Andò ancora peggio al cileno Alejandro Jodorowsky, che lavorò al suo Dune per anni ma alla fine dovette rinunciare al progetto. A distanza di anni l'inglese The Guardian definì la mancata produzione come "il più grande rimpianto nella storia del cinema di fantascienza".

Una serie uscita nel 2000 ottenne invece maggiore apprezzamento e qualche premio.

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Presto, però, potremo vedere un altro tentativo. Dietro alla macchina da presa ci sarà Denis Villeneuve, che si è fatto conoscere per The Arrival e che porterà sul grande schermo anche il sequel di Blade Runner - altra operazione molto rischiosa.

Se la versione cinematografica non ha (finora) avuto fortuna, resta comunque la sua influenza su altri grandi film. Nel caso del citato Star Wars, le prime stesure della sceneggiatura citano apertamente l'opera di Herbert. Per esempio, Leia non sta trasportando i droidi con i piani della Morte Nera, ma un carico di Aura Spezia rubato all'Imperatore. Nel quarto libro, poi, c'è un personaggio così somigliante a Jabba The Hut. Le somiglianze sono tali che Herbert affermò con grande ironia: "siamo troppo grandi per far causa alla George Lucas Society".

Dune come visione del mondo futuro

"Quando un'opera è in anticipo sulla realtà, significa che la realtà è in ritardo nei suoi riguardi."

Jean Cocteau

Come i più grandi autori di fantascienza, Herbert ha modificato la realtà senza che la maggior parte di noi se ne accorgesse.

Già dai tempi di "The Dragon in the Sea" (1955), l'autore era entrato in polemica con una multinazionale britannica, la Dunlop, che nel 1958 iniziò a produrre un sottomarino identico a quello descritto da Herbert nel suo racconto. Consigliato da Arthur C. Clarke e Fritz Leiber lo scrittore intentò causa alla multinazionale, ma erano trascorsi più di due anni dalla pubblicazione del libro ed Herbert non aveva depositato alcun brevetto, pertanto non poteva vantare alcun diritto sull'invenzione. Ironia della sorte, il nome che la Dunlop diede al sottomarino fu "Dracone Barge".

Leggendo Dune apprenderete il significato di espressioni come trappola a vento e tuta distillante, invenzioni degli abitanti del deserto per ricavare quel minimo di acqua necessaria a sopravvivere. Un'idea su cui la NASA è seriamente al lavoro, tra l'altro con un progetto a cui tutti possiamo contribuire.

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Probabilmente queste idee avrebbero comunque visto la luce. Resta però il fatto che Herbert sia riuscito ad anticipare la realtà di oltre quarant'anni, e lo ha fatto raccontando una storia di fantascienza, dimostrando che la letteratura fantastica può andare ben oltre l'immaginazione, superando l'inchiostro e la pellicola e arrivando fino a noi.

retrocult

Retrocult è la rubrica di Tom's Hardware dedicata alla Fantascienza e al Fantastico del passato. C'è un'opera precedente al 2010 che vorresti vedere in questa serie di articoli? Faccelo sapere nei commenti oppure scrivi a retrocult@tomshw.it.