L'indirizzo IP è un dato personale anche se dinamico

L'indirizzo IP gode della protezione come dato personale. Ad affermarlo è una recente sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che si è espressa su richiesta dei giudizi tedeschi. A far partire l'esame una richiesta di un esponente del Partito Pirata.

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a cura di Dott. Giuseppe Laganà

Banner Tom's LegalLo scorso 19 ottobre la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, con la sentenza "Breyer", ha aggiunto un importante tassello in materia di privacy e tutela dei dati personali, andando a colmare una lacuna presente da molti anni nell'ordinamento Europeo. Abbiamo chiesto un parere al Dott. Giuseppe Laganà dello Studio Legale Fioriglio Croari

Il caso

Il caso traeva origine dalla controversia sorta tra il sig. Patrick Breyer e la Repubblica Federale di Germania, relativamente alla registrazione e alla conservazione, da parte di quest'ultima, dell'indirizzo IP del sig. Breyer registrato durante la consultazione di vari siti Internet dei servizi federali tedeschi.

In particolare, il sig. Patrick Breyer, cittadino tedesco ed esponente di spicco del "Partito Pirata", aveva constatato la raccolta, effettuata tramite la visita di vari siti web governativi, degli indirizzi IP del computer con il quale erano stati effettuati gli accessi.

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Immagine: @nmedia / Depositphotos

Per tale motivo il sig. Breyen chiedeva che ne venisse inibita la conservazione, sostenendo la presunta qualificazione dell'indirizzo IP dinamico quale dato personale e, quindi, soggetto all'obbligo di acquisizione del preventivo consenso per l'eventuale conservazione.

La Repubblica federale tedesca si difendeva invocando la normativa interna in materia di "cyber crime", la quale prevede la possibilità per gli amministratori dei siti web governativi di raccogliere i dati degli utenti, tra cui l'indirizzo IP, per ragioni di sicurezza e per la prevenzione di attacchi informatici. Il sig. Breyer si rivolgeva, quindi, alle competenti Corti territoriali, vedendosi respinto il ricorso in primo grado ed accolto (ma solo in parte) l'appello.

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A seguito di tali discordanti pronunce, l'istanza veniva sottoposta al vaglio della Suprema Corte Tedesca, la quale proponeva domanda di pronuncia pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. I giudici tedeschi chiedevano fosse fatta chiarezza sull'interpretazione dell'articolo 2, lettera a) e dell'articolo 7, lettera f) della direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati. In particolare, la Suprema Corte Tedesca chiedeva se l'indirizzo IP dinamico potesse essere o meno qualificato quale "dato personale".