L'intervista: un Intel Lab presto anche in Italia

Negli Intel Labs si ricerca tecnologia in grado di migliorare la nostra vita, ecco un assaggio della loro filosofia.

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a cura di Andrea Ferrario

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L’intervista: un Intel Lab presto anche in Italia

Abbiamo approfondito questa tematica con Martin Curley, direttore degli Intel Labs Europe. Prima di tutto ci siamo chiesti in che modo un continente così eterogeneo come l'Europa possa raffrontarsi con realtà più massicce e unite come quella americana o asiatica. Per il Prof. Curley l'Europa, proprio grazie alle sue diversità, è un terreno estremamente fertile. L'obiettivo è quello di portare l'Europa a livelli concorrenziali entro il 2020, migliorando anche il sistema d'investimento, prediligendo la ricerca e innovazione applicata. Dalla ricerca si creano anche posti di lavoro, come è stato dimostrato in Francia e Inghiterra, quindi le aspettative per la crescita europea sono molto elevate.

Martin Curley - Intel

In questo panorama viene molto semplice chiedersi quale ruolo può giocare l'Italia e se, rispetto altre nazioni, possa essere meno favorita in questo grande disegno. Curley ci ricorda che il paradigma su cui si basa l'Open Innovation 2.0 non è legato al posto in cui si attua, poiché alla base di tutto c'è la cooperazione tra i singoli individui, ma è chiaro che un governo stabile è un elemento che non può mancare.

Ci sono però già progetti concreti anche nel Bel Paese. Curley ha più volte menzionato Cineca, una società bolognese che potrebbe avere un ruolo fondamentale nel campo del Parallel Computing. Se ci sarà un Intel Lab in Italia, molto probabilmente sarà grazie a Cineca.

Cineca, il futuro Intel Lab

Continuando a parlare dell'Italia si è ricordato il progetto Arduino, ormai la base per moltissimi Maker, per cui Intel ha da pochissimo creato - e presentato a Roma - Galileo, la prima scheda di sviluppo compatibile, appunto, con Arduino. Insomma, secondo Curley un altro punto fondamentale .

Toccando l'argomento della tecnologia Green, le idee di Curley sono estremamente chiare, grazie soprattutto a una visione del panorama completo di come, per esempio un veicolo elettrico deve vivere in un ecosistema comepletamente green, cioè in una Smart City. Perché al momento un'auto elettrica non è in grado di soddisfare i fabbisogni di un normale cittadino, e costa anche di più rispetto a una tradizionale. In un futuro dove le città stesse (quindi le amministrazioni) hanno abbracciato una filosofia green e adottato tutte le tecnologie correlate, un'auto elettrica non sarà più un acquisto costoso e inefficiente, ma un tassello di una normalità più consapevole ed economica. L'approccio può sembrare in qualche maniera filosofico, ma gli argomenti portati da Curley sono convincenti e, quantomeno sulla carta, funzionano.

Legge di Moore, serve sempre più potenza

Abbiamo infine punzecchiato Curley sulla legge di Moore, dato che è stata citata nella presentazione, chiedendo se non fosse il momento di cambiare l’approccio alla progettazione, cioè non chiedere sempre più transistor e potenza, e concentrarsi su una programmazione più efficiente. Questo è proprio quello su cui si sta concentrando Cineca con il Parallel Computing, cioè il rendere il tutto più efficiente estraendo il massimo dalle prestazioni. E considerando le applicazioni scientifiche di oggi - pensiamo al sequenziamento del DNA - disporre di sempre più potenza non è un male, motivo per cui la corsa alle prestazioni sempre maggiori, abbinate a un miglioramento dell'efficienza, rimangono una priorità.