Linux sulla Stazione Spaziale Internazionale: addio Windows

Sulla Stazione Spaziale Internazionale si userà solamente Linux, quando gli ultimi PC con Windows XP passeranno a Debian. Il sistema open source è stato scelto per stabilità, affidabilità e flessibilità.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) si passa a Linux e si manda in pensione Windows XP. L'ha deciso la United Space Alliance, che gestisce i computer a bordo, perché volevano "un sistema operativo stabile e affidabile". Il cambiamento riguarda diverse decine di computer portatili sui quali sarà installato Debian 6, ma a bordo della ISS ci sono anche altre distribuzioni, come Red Hat e Scientific Linux. Una volta completato il passaggio non ci sarà più nessuna macchina Windows.

C'è anche un altro motivo per questo. Gli operatori volevano un sistema che "ci desse il pieno controllo. Così se dobbiamo correggere, modificare o adattare, possiamo farlo", ha spiegato Keith Chuvala della United Space Alliance. Forse, poi, si vuole anche arginare il rischio di portare a bordo dei virus informatici, come accadde nel 2008.

Nel passaggio sarà coinvolta anche la Linux Foundation, che aiuterà i cosmonauti insegnando loro come usare Linux nel modo più efficiente possibile. Così da evitare che, una volta in orbita, si perda tempo imparando a usare il sistema operativo invece che lavorando.  

Linux quindi conquista definitivamente la ISS, così come ha già fatto in tanti altri contesti scientifici – come ad esempio il Large Hadron Collider del CERN. Una situazione che non dovrebbe sorprendere: la stabilità ha ovviamente molta importanza, ma in ambiti di ricerca la flessibilità di Linux è probabilmente la chiave di volta. Gli scienziati hanno bisogno spesso di piegare il software ai propri bisogni, e solo Linux offre ciò di cui hanno bisogno.