I militanti dell'ISIS si fanno i selfie con le armi in pugno e dopo neanche 24 ore un loro quartier generale tra Iraq e Siria viene distrutto da un bombardamento dell'U.S. Air Force. Quale potrebbe mai essere il nesso tra la propaganda sui social network e un'azione militare così immediata? Il 361st Intelligence, Surveillance and Reconnaissance Group di stanza a Hurlburt Field (Florida) potrebbe rispondere: i dettagli svelati dalla febbre da social network.
Il Generale dell'Air Force Hawk Carlisle, lunedì durante un incontro dell'Air Force Association ha confermato che recentemente è bastato un post sui social media per identificare un obiettivo, poi colpito entro 24 ore. Tre bombe di tipo Joint Direct Attack Munition (JDAM) sono state sganciate – forse da droni Reaper o Caccia - su una struttura strategica dell'ISIS, lasciando uno sfondo desolante per i futuri selfie.
"I ragazzi che stavano lavorando giù a Hurlburt, analizzando i social media hanno visto qualche idiota al comando. Questi (militanti) in alcuni social media e forum aperti si vantavano delle loro capacità di controllo come ISIS", ha raccontato il Generale. "Dopo un po' di lavoro, facendola breve, a neanche 22 ore quell'edificio è stato sventrato da tre bombe".
Ormai l'Intelligence dell'Air Force sfrutta strumenti di analisi informatica di ogni tipo per fronteggiare il nemico. Ci sarà sempre bisogno di qualche unità sul territorio, ma in remoto si può fare sempre di più. Almeno così sostiene il Generale dell'Air Force Hawk Carlisle.