L'Italia approva la class action

Il Senato ha approvato un emendamento che consente finalmente le cosiddette cause collettive.

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a cura di Dario D'Elia

I consumatori italiani dovranno ringraziare a vita uno sconosciuto senatore dell'opposizione. Un uomo che "sbagliando a votare" ha permesso l’approvazione dell’articolo 53 sulla class action.

Ma andiamo con ordine. Roberto Antonione, ieri, avrebbe voluto astenersi – quindi opporsi secondo le "regole" del Senato – sull'emendamento riguardante la class action. E invece ha espresso un voto positivo, trasformando di fatto l'Italia in un paese un po' più civile.

Già, perché la class action consentirà alle associazioni dei consumatori di promuovere azioni legali di risarcimento per difendere di interessi collettivi. In pratica, domani "noi" potremo chiudere nell'angolo il provider che si comporta male, far multare pesantemente l'operatore mobile truffaldino, etc.

"Siamo molto soddisfatti del voto al Senato a favore della class action dopo anni di battaglie finalmente il consumatore italiano potrà avere a sua disposizione un ulteriore e fondamentale strumento di tutela per far valere i suoi diritti e per ottenere un comportamento più corretto da parte di imprese spesso troppo spregiudicate verso i consumatori", ha dichiarato il Presidente dell'Adoc Carlo Pileri.

"L'approvazione in Finanziaria è un fatto storico. Non solo i consumatori saranno più tutelati, ma lo saranno anche le imprese che operano correttamente nel mercato", ha commentato Paolo Landi dell'Adiconsum.

"La class action tutela le imprese più serie modernizzando un paese di troppi furbetti, che sguazzano nelle truffe e nei raggiri a danno del mercato e dei consumatori", hanno sottolineato Elio Lannutti di Adusbef e Rosario Trefiletti di Federconsumatori. "È una sconfitta per Confindustria, banche ed altre lobby che invece di difendere l'illegalità avrebbero fatto bene ad appoggiare strumenti di modernizzazione utili a competizione e al mercato".

La cosa strana è che sono state registrate almeno due voci autorevoli fuori dal coro. "Purtroppo l'Italia avrà la class action all'italiana, ossia una schifezza. Ben lungi dall'essere un'azione collettiva dei consumatori simile a quella americana, il Senato ha approvato un pastrocchio. Non c'è danno punitivo ed i consumatori potranno avere un risarcimento solo se giovani, visto che dovranno aspettare almeno 20 anni prima di poter avere una liquidazione dei danni. Almeno 3, infatti, i giudizi, con almeno 3 gradi l'uno, per un totale di 9 processi", si legge in un comunicato Codacons.

"Con questo voto vengono favorite delle corporazioni che avranno il monopolio dell'azione giudiziaria a dispregio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge", rincara la dose l'Aduc.

Ma forse è solo un atto di pignoleria della prima ora. Perché di fatto Confindustria l'ha presa malissimo. "È un provvedimento rozzo che espone le aziende italiane e i loro lavoratori a gravi rischi. E i benefici per i consumatori saranno sostanzialmente risibili", si legge nel comunicato di Confindustria.

"Si consente la possibilità di agire come soggetto collettivo ad associazioni da individuare senza stabilire alcun parametro in termini di rappresentatività. E contrariamente agli ordinamenti di altri paesi non si definisce la platea nei cui confronti l'eventuale provvedimento del giudice produrrà effetti".

"È grave che la maggioranza di governo abbia anteposto logiche di puro equilibrio parlamentare alle ragioni del mondo produttivo accogliendo una proposta improvvisata ed estemporanea che nulla c'entra con la legge finanziaria. Con una fretta sospetta, evitando qualsiasi dibattito e qualsiasi confronto, si è voluto approvare un provvedimento che rappresenta una pesante minaccia per gli unici soggetti che possono assicurare la crescita economica".

La verità è che ieri la class action non esisteva, oggi sì. Vi sarà ancora un passaggio alla Camera per qualche ulteriore correzione di rotta, ma fra qualche mese i consumatori disporranno di un nuovo strumento per difendersi dai truffatori.