Lo spionaggio informatico e il MIX di Milano: la difesa

MIX s.r.l. ha risposto per le rime alle presunte accuse di Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom e del Gruppo Pirelli.

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a cura di Dario D'Elia

Il MIX di Milano, il principale punto di intercambio Internet italiano, ha risposto duramente alle presunte accuse di "connivenza spionistica" lanciate da Giuliano Tavaroli, ex responsabile della sicurezza Telecom e del Gruppo Pirelli. La settimana scorsa lo specialista, in un'intervista a La Repubblica, aveva spiegato come il MIX di via Caldera, a Milano, venisse usato per lo scambio di metadati.

MIX s.r.l. ha risposto per le rime ricordando per prima cosa che i 132 operatori Internet italiani e internazionali, nonché alcuni content provider, che sfruttano il nodo, scambiano solo traffico Internet e non telefonico.

MIX di Milano

"Telecom Italia Sparkle (società del gruppo Telecom Italia), non è cliente per l’interconnessione IP presso MIX, sebbene molti clienti internazionali abbiano espresso interesse ad interconnettersi con Sparkle o con la stessa Telecom Italia presso MIX", ricorda la nota ufficiale. "Ogni operatore che si collega a MIX decide liberamente con quali altri soggetti scambiare traffico ("peering"), senza alcun intervento o controllo da parte di MIX".

La questione di fondo è che ogni operatore ha accesso esclusivo e controllato alle proprie apparecchiature, e nessun soggetto terzo può inserirsi. Per altro il MIX adotta "i più alti standard di sicurezza circa le sue infrastrutture di data center e di apparecchiature di rete". Da rilevare non a caso che ospita uno dei due snodi della rete SPC della Pubblica Amministrazione, nonché i nodi della rete della ricerca GARR.

"In conclusione, il MIX è un posto sicuro dove scambiare traffico dati tra operatori italiani, anche perché sito in un Paese assoggettato ad una severa normativa a tutela della Privacy", conclude la nota ufficiale del MIX. "Più grave sarebbe se il traffico Internet tra soggetti italiani dovesse circolare all’estero (dove potrebbe essere esposto a pratiche da noi illegali)".

Ecco il punto dolente di tutta la dichiarazione del MIX: il traffico tra soggetti italiani che circola all'estero. In verità esiste ed è aumentato vistosamente da quando la scorsa estate Telecom Italia ha deciso di far pagare le interconnessioni ai piccoli provider. Bisogna preoccuparsi? Sì, secondo AIIP, l'Associazione Italiana Internet Provider.