Lo startupper italiano? Altro che perdigiorno, è un laureato con buona esperienza lavorativa

L'indagine "La voce delle startup" sconfessa il cliché del giovane inesperto e ambizioso. Lo startupper di solito ha più di 30 anni ed è molto preparato.

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a cura di Dario D'Elia

Quali caratteristiche ha uno startupper italiano? Se l'è chiesto l'associazione Italia Startup, una fra le più attive nel settore, e con l'indagine "La voce delle startup" abbiamo una risposta. Il primo dato è che il 66% dei fondatori di startup ha un'età compresa fra 30 e 49 anni e una laurea di secondo livello, post laurea o dottorato in oltre il 70% dei casi (5,2% di questi hanno conseguito un dottorato o PhD).

"La motivazione prevalente è mettere a disposizione del proprio settore le conoscenze acquisite in funzione dell'innovazione, non a caso solo il 15% delle startup è puramente B2C, mentre oltre l'80% delle imprese innovative italiane si rivolgono al B2B (business to business) o al B2B2C (business to business to consumer)", puntualizza la nota.

Italia Startup
Italia Startup

Insomma, non sono poi tanto giovani e nella maggior parte dei casi hanno un adeguato curriculum formativo. Il campione di 400 startup analizzate, di cui 2 terzi iscritte al registro delle startup innovative creato dal Ministero dello Sviluppo Economico, conferma che i fondatori innovano nelle aree dove hanno già maturato esperienza.

Sbagliata quindi l'idea del genio "la cui intuizione è riuscita a cambiare un intero sistema in breve tempo".

"Il profilo che emerge dalla ricerca evidenzia come i nuovi imprenditori in Italia siano radicalmente diversi dal cliché del giovane inesperto e ambizioso, nonché dal fondatore di imprese tipico del boom economico", commenta Marco Bicocchi Pichi, presidente di Italia Startup. "I nuovi founder hanno una preparazione di alto livello, messa a disposizione dell'economia del Paese. È auspicabile che l'innovazione generata da questo nuovo tessuto inneschi un circolo virtuoso nel quale queste nuove realtà possano interagire con le medie e grandi imprese italiane".    

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Secondo Enrico Gallorini, consigliere di Italia Startup e autore di questa ricerca, "lo stereotipo della startup va profondamente rivisto, poiché i dati sono chiari: in un sistema complesso e mutevole come quello in cui ci muoviamo, le persone, le organizzazioni e le aziende italiane hanno sempre più bisogno di partire da una preparazione e professionalità estremamente elevate, e continuare ad investire in aggiornamento e formazione per generare e garantire valore".

Persino negli Stati Uniti, stando a quando riporta uno studio condotto dalla Kauffman Foundation basato sulle interviste effettuate a 549 founder di startup di successo, si conferma lo stesso trend. Avevano circa 40 anni all'avvio e fra i 6 e 10 anni di esperienza lavorativa nel settore.

"Fra i founder americani, emerge che solamente il 47% ha proseguito gli studi oltre la laurea di primo livello (Bachelor Degree, comunque ottenuta dal 95% di essi) – a differenza degli italiani che nel descriversi mettono a segno un 71,6% di incidenza di laureati magistrali, master e dottorati di ricerca (Ph.D.).