Lo streaming musicale batte i download, anche in Italia

Il report di Deloitte per FIMI conferma non solo il sorpasso dello streaming musicale ai danni del downloading, ma anche il trend positivo dell'intero mercato.

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a cura di Dario D'Elia

In Italia il mercato dello streaming musicale per la prima volta ha superato quello download. Ciò vuol dire che i servizi come Spotify e Deezer stanno riscuotendo grande successo, com'era previsto. L'indagine realizzata da Deloitte per FIMI (Federazione dell’industria musicale italiana) dice che nel primo semestre del 2014, lo streaming musicale è cresciuto del 134% arrivando a 5,6 milioni di euro, mentre lo streaming video, sostenuto dalla pubblicità, tra YouTube e Vevo, è salito del 72% fatturando quasi 7 milioni di euro.

Il primo effetto collaterale positivo è che l'intero comparto ha goduto di un incremento del 7% rispetto al 2013 per un totale di 53,6 milioni di euro, dei quali il 43% proveniente dal segmento digitale.

Tabella Deloitte per FIMI

"Complessivamente i canali digitali nel primo semestre sono cresciuti del 20% fatturando 23 milioni di euro, contro un calo del segmento fisico del 2%, segmento che vale tuttora 30,7 milioni di euro", spiega FIMI.

"Rispetto ai trend precedenti è comunque da rilevare un più contenuto declino del supporto fisico che si è mantenuto sostanzialmente stabile con un segno meno pari al 2% e corrispondente quindi a poco più di mezzo milione di copie vendute in meno rispetto all’anno precedente, il compact disc rimane ancora il formato più diffuso nel pubblico".

Per la prima volta lo streaming, tra audio e video cresciuto del 95%, ha superato il download (sceso del 18%), e rappresenta oggi il 55% dei ricavi del digitale, rispetto al 34% del 2013. Complessivamente lo streaming ha generato 12,6 milioni di euro contro i 9,8 milioni del download.

Ottimi risultati anche quelli del vinile, salito del 36%, anche se in termini di fatturato e volumi si tratta ancora di un segmento di nicchia: 98 mila copie vendute contro 4,1 milioni di compact disc in sei mesi per un valore di 1,3 milioni di euro, intorno al 2.6% del mercato.

Insomma, il mercato discografico italiano inverte la tendenza e cresce per la prima volta del 2% dopo undici anni consecutivi di declino.