Lockheed Martin progetta una base orbitante per Marte

Mars Base Camp è il nome della stazione orbitante attorno a Marte che Lockheed Martin sta progettando per accelerare i tempi di un viaggio sul Pianeta Rosso e contenerne i costi.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I futuri viaggi dell'uomo su Marte sono un argomento ormai all'ordine del giorno. Complice il recente Humans to Mars Summit, le idee ormai si moltiplicano e questa è la volta di Lockheed Martin, che ha illustrato un piano per inviare uomini nell'orbita di Marte entro il 2028. Si tratta in sostanza di costruire un laboratorio orbitante intorno al Pianeta Rosso che verrà occupato da sei astronauti.

Ai lettori appassionati di Spazio l'idea non risulterà nuova, infatti quando abbiamo parlato del dibattito sull'opportunità di andare sulla Luna o su Marte avevamo descritto anche l'eventualità di replicare la lunga esperienza con la ISS nell'orbita marziana anziché terrestre.

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Quello proposto da Lockheed Martin non è molto differente: si chiama "Mars Base Camp" ed è un concept che rappresenta la visione di Lockheed Martin per l'invio di esseri umani su Marte a partire dal 2028. L'idea è semplice: gli astronauti non atterreranno su Marte, ma si insedieranno in un laboratorio scientifico da cui potranno eseguire in tempo reale ricerche di esplorazione scientifica, analizzare campioni di rocce e del suolo marziano, e raccogliere tutte le informazioni che saranno necessarie per stabilire senza ombra di dubbio quale sarà il luogo ideale in cui atterrare.

Il lancio potrebbe avvenire nel 2028, e sarebbe il primo step per una missione di sbarco umano negli anni 2030. L'esplorazione di Marte continuerà ad essere guidata dalla NASA e dai partener internazionali. Più nel dettaglio, Mars Base Camp farà tesoro delle esperienze di successo già esistenti o attualmente in sviluppo per abbreviare i tempi e risparmiare. Sfrutterà tecnologie della capsula spaziale Orion, dello Space Launch System e prevede di costruire habitat adeguati allo Spazio profondo come parte del programma NASA NeXTSTEP (Next Space Technologies for Exploration Partnerships). Inoltre ha in programma di sfruttare la propulsione solare elettrica già usata sui satelliti.

L'azienda intende lanciare separatamente i componenti principali dell'architettura. Alcuni verranno pre posizionati in orbita intorno a Marte, altri verranno assemblati nello spazio cislunare prima di intraprendere il viaggio verso Marte. I sei astronauti viaggeranno a bordo della capsula Orion, che sarà anche il cuore di Mars Base Camp.

Il progetto non è ancora stato pubblicamente approvato dalla NASA, ma secondo l'azienda darebbe all'agenzia spaziale statunitense il vantaggio di accelerare la linea temporale dell'invio di esseri umani su Marte. Lockheed Martin inoltre ha già messo allo studio piani per sviluppare habitat, anche se non ha specificato tecniche o costi relativi al laboratorio scientifico proposto.

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Intanto arrivano altre novità dal mondo della ricerca: secondo uno studio coordinato dal Georgia Institute of Technology pubblicato sulla rivista Journal of Geophysical Research: Planets abbiamo una nuova, affascinante prova a sostegno del possibile legame tra acqua e tracce di vita sulla superficie di Marte. Si tratta della prima conferma della presenza di carbonati sotto alla crosta marziana, che testimonierebbe appunto l'abbondanza di acqua liquida nel passato del quarto pianeta del Sistema solare.

I carbonati sono sali derivati dall'acido carbonico, e quelli trovati dai ricercatori sono in particolare carbonati di ferro e di calcio. Janice Bishop del SETI Institute ha spiegato che "l'identificazione di questi antichi carbonati rappresenta una finestra sulla storia di Marte, quando il suo clima era molto diverso dal deserto freddo e secco che troviamo oggi". Nel passato marziano le condizioni atmosferiche erano quindi tali da rendere possibile la presenza di vita.

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I carbonati sono stati scoperti grazie al Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars (CRISM), del Mars Reconnaissance Orbiter, che raccoglie le tracce spettroscopiche dei carbonati e di altri minerali.

I dati non sono ancora sufficienti per rispondere alla domanda su quale fosse la distribuzione dei carbonati marziani su ampia scala, ma la strada è aperta a indagini più approfondite.