L'unbundling su fibra Telecom Italia costerà meno

La Commissione UE ha deciso di favorire gli ex-monopolisti: basta imposizioni sulle tariffe applicate all'unbundling del rame a patto di investire sulla fibra ottica. Intanto l'AGCOM ha proposto un taglio della tariffe di unbundling per la fibra.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia guadagnerà meno sull'unbundling della fibra e forse qualcosa di più sul rame. Questi in sintesi gli effetti delle ultime decisioni della Commissione Europea e dell'AGCOM. Giovedì scorso il commissario europeo per l'agenda digitale Neelie Kroes ha spiegato alle autorità delle Telecomunicazioni di ogni stato membro che per favorire lo sviluppo delle reti bisognerà tendere la mano ai provider.

In pratica gli incumbent (ex monopolisti come Telecom Italia) potranno godere di un prezzo di affitto "politico" per le loro reti in rame, invece che subire il progressivo taglio programmato dalle Authority. L'unico vincolo sarà quello di investire maggiormente sulla fibra, comunque poi godendo di un ulteriore bonus: ovvero la possibilità di stabilirne una tariffa di unbludling basata sul mercato invece che sui costi effettivi.

Broadband

Al momento si parla di circa 10 euro al mese, ma mancano ulteriori dettagli chiave come ad esempio quale debba essere l'assetto organizzativo degli operatori. Saranno obbligati allo scorporo delle reti oppure basterà un Open Access come ad esempio quello pensato da Telecom Italia? E soprattutto vigileranno adeguatamente le Authority?

Per quanto riguarda invece la fibra ottica, proprio in questi giorni l'AGCOM ha proposto un taglio del 25% per il canone di accesso. Gli OLO (operatori alternativi), se la consultazione pubblica andrà a buon fine, potranno pagare a Telecom Italia solo 80,51 euro al mese invece che 115,87 euro. Inoltre i contributi per attivazione e disattivazione dei servizi saranno ridotti tra il 30% e il 40%.

Il documento AGCOM è chiaro. "Lo schema di provvedimento affronta una serie di tematiche di estrema rilevanza nel mercato delle infrastrutture passive (cavidotti e fibra spenta) per servizi a banda ultralarga" e si occupa anche degli "aspetti contrattuali e qualitativi (SLA) con la finalità di migliorare le prestazioni di fornitura e manutenzione (provisioning e assurance) con le relative penalità".

Le azioni della Commissione UE e dell'AGCOM sono ovviamente sinergiche. Da una parte si è deciso di dare fiducia agli ex-monopolisti e barattando la libertà di listino sul rame con gli investimenti nella fibra. Telecom Italia non potrà che goderne, considerato che possiede 112 milioni di km di rame. Però bisognerà anche vedere quanti investimenti in fibra saranno richiesti e se per il calcolo si considererà anche il tipo di infrastruttura. Raggiungere le cabine di zona, come fa Telecom, ha un costo, mentre arrivare direttamente con la fibra nelle case, come fa Metroweb, è ben altro investimento.

Sul fronte AGCOM si è intervenuti sulle tariffe di unbundling delle nuove reti, per iniziare a rendere il settore più competitivo. Il problema però è che Telecom non consente questo tipo di operazione nel fiber-to-the cabinet, quindi gli effetti di questa decisione potrebbero non produrre conseguenze tangibili sugli equilibri di mercato.