L'uso dei navigatori GPS atrofizza il cervello

Uno studio dell'università canadese McGill ha scoperto che i sistemi GPS possono causare problemi di memoria e di orientamento spaziale. Gli utenti che usano spesso i navigatori satellitari sarebbero più soggetti a contrarre il morbo di Alzheimer rispetto a chi si orienta usando mappe cognitive.

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a cura di Roberto Caccia

I ricercatori dell'università canadese McGill hanno condotto una serie di studi che evidenziano le conseguenze dell'utilizzo dei navigatori GPS sul nostro cervello, con risultati sconcertanti. Secondo questi studi, chi usa spesso il GPS ha un rischio più alto di soffrire di problemi di memoria e orientamento spaziale, e ha molte più chance di danneggiare la regione del cervello che controlla proprio la memoria.

Gli esseri umani generalmente si orientano usando uno di questi metodi. Il primo è la navigazione spaziale, che prende punti di riferimento per costruire una mappa cognitiva che ci aiuta ad arrivare a destinazione. Il secondo metodo è una strategia di stimoli e risposte che ci guida come se fosse una sorta di pilota automatico, facendoci girare a determinati incroci perché la ripetizione ci dice che quella è la via migliore da prendere. Questa seconda strategia è molto più legata al modo in cui si orientano gli utenti dei GPS.

Studiando le immagini di risonanza magnetica funzionale, o fMRI, si è notato che gli utenti che usano entrambi i metodi di "navigazione" hanno una maggiore attività cerebrale nell'area del cervello implicata nella gestione della memoria e dell'orientamento spaziale, vale a dire l'ippocampo.

I ricercatori hanno notato che un uso eccessivo delle unità GPS potrebbe condurre all'atrofia dell'ippocampo, con il passare del tempo. Questo si tradurrebbe in rischi di problemi cognitivi, come il morbo di Alzheimer. Gli affetti da questo morbo hanno inizialmente disturbi proprio all'ippocampo, prima che al resto del cervello, questo conduce a problemi di memoria e di orientamento.

L'ippocampo, la regione del cervello oggetto di questi studi - Clicca per ingrandire

Inoltre, i ricercatori hanno trovato una maggiore quantità di materia grigia nell'ippocampo di adulti che usano la strategia di navigazione spaziale. Sui test standardizzati, queste persone hanno ottenuto risultati più alti rispetto agli utenti che non usano questa tecnica di orientamento. Questi risultati suggeriscono che la memoria spaziale aumenta l'attività dell'ippocampo, che si riflette in una migliore qualità della vita.

Ovviamente i ricercatori non stanno dicendo di gettare i vostri navigatori satellitari fuori dal finestrino, ma una pausa ogni tanto può far soltanto bene, perché l'uso della strategia di orientamento spaziale aiuterebbe a diminuire il deterioramento della memoria.

Ecco cosa succede a fidarsi dei navigatori - Clicca per ingrandire

"Viviamo in una società talmente frenetica che ci incoraggia a sentirci male se ci perdiamo" sostiene Veronique Bohbot, professore associato di psichiatria alla Douglas Mental Health University Institute di Montreal. "Quello che voglio dire alle persone è che possiamo usare il GPS per esplorare i dintorni, ma di non diventarne dipendenti. Sviluppare una mappa cognitiva potrà essere un'operazione più lunga, ma ne vale decisamente la pena".