Mail rubate al Movimento 5 Stelle: erano falsi Anonymous

La Polizia Postale sta indagando sull'attacco informatico subito dai deputati e senatori dell'M5S. Al momento sono state diffuse 7655 mail spedite o ricevute da Giulia Sarti tra novembre 2007 e il 18 aprile 2013. Il Garante della Privacy ha aperto un fascicolo. I veri Anonymous stanno indagando.

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a cura di Dario D'Elia

La Polizia Postale, il Garante della Privacy e gli stessi Anonymous hanno avviato delle indagini sull'attacco informatico subito dai deputati e senatori del Movimento 5 Stelle. Ovviamente se da una parte inquirenti e garante rispondono a obblighi di legge, dall'altra gli hacktivisti più famosi del mondo vogliono fare chiarezza su chi ha tentato di nascondersi dietro al loro nome.

Mercoledì un gruppo di hacker, che si è autodefinito Anonymous, ha pubblicato sul sito glihackerdelpd.bitbucket.org un atto di denuncia nei confronti dell'M5S. Il problema è che hanno ammesso una grave azione di hacking nei confronti delle caselle e-mail dei politici del Movimento. Di fatto hanno ordito un ricatto: se il Movimento non farà chiarezza su redditi e patrimoni di Grillo e Casaleggio, nonché gli introiti del blog beppegrillo.it, per i prossimi sei mesi saranno divulgate tutte le mail sottratte.

La pagina Web degli hacker

Al momento su Bayfiles e Skydrive è disponibile il primo pacchetto della deputata Giulia Sarti. Inizialmente la giovane riminese pensava si trattasse di una bufala, ma poi come ha confermato l'ANSA ha sporto denuncia alla Polizia Postale.

Il downloading dei file, per altro reso difficoltoso dal traffico generato, ha confermato la presenza di 7655 mail spedite o ricevute tra novembre 2007 e il 18 aprile 2013. L'Espresso ha scoperto scambi di posta intensi con Davide Zannoni, Marco Torri e Davide Cardone. Insomma, mailing riguardante l'attività politica e organizzativa del Movimento.

"Stiamo lavorando sul caso con la Procura di Roma. A breve potrebbero esserci delle novità", ha dichiarato Antonio Apruzzese, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni del Dipartimento Pubblica Sicurezza.

"L'intrusione nella corrispondenza privata dei parlamentari del Movimento 5 stelle e la minaccia della pubblicazione del contenuto delle loro e-mail costituiscono fatti gravissimi, suscettibili di essere valutati, oltre che dal punto di vista della violazione di alcune disposizioni del Codice privacy, anche sotto il profilo penale", ha ricordato Antonello Soro, presidente del Garante per la protezione dei dati personali.

Par-anoia

La stessa Presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto sapere che "la rilevanza di questi fenomeni ha indotto nei giorni scorsi l'Ispettorato di pubblica sicurezza della Camera a dotarsi anche di specifiche competenze di tipo informatico".

Insomma, un cataclisma di portata storica che ha obbligato i veri Anonymous a prendere posizione. "Per noi possono fare quello che vogliono", ha dichiarato un hacktivista anziano a L'Espresso. "Quello che però non ci piace è l'associazione di Anonymous col Pd, perché notoriamente Anonymous è apolitica". E poi anche la storia del ricatto... "anche perché Grillo non prende i miei soldi, cioè contributi pubblici, al contrario di un partito come il Pd".

Ma la caccia è iniziata e stanno per stanarli negli ambienti underground. Ad esempio si è già scoperto che bazzicano sulla piattaforma di leaks ParAnoia e che nei prossimi giorni vi pubblicheranno versioni navigabili delle mail.

Sul fronte politico si sono fatte sentire ovviamente le voci dell'M5S e del Pd. "I nostri parlamentari non hanno nulla da nascondere. Non ci sono scheletri negli armadi né segreti a proposito dei redditi di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio", hanno fatto sapere i primi. "Di fronte a notizie di stampa che parlano di fantomatici hacker che si autodefiniscono vicini al Pd si precisa che non esiste alcun rapporto tra il Partito democratico e queste persone", ha dichiarato l'ufficio stampa del Pd.