Mediaset 3D, aggirato il problema frequenze

Mediaset Premium On Demand 3D senza il bisogno di altre frequenze. Il segreto è nella tecnologia 3VOD che sfrutta l'etere per Datacasting di film. La visione non è in tempo reale, e di fatto il decoder agisce come un hard disk multimediale.

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a cura di Dario D'Elia

Mediaset dispone già di un servizio pay-TV 3D per il digitale terrestre: si chiama 3VOD. La novità sostanziale è che si tratta di una tecnologia asincrona di video-on-demand DTT compatibile esclusivamente con i decoder Motive Bestv.

Mediaset 3VOD, come se il Dottor Layton fosse non solo geniale ma anche armato

I test completati nel 2010, stando a quanto riporta il Wall Street Journal, si sono basati su un bouquet composto da circa 50 film. L'esito positivo ha dimostrato che è possibile implementare (a basso costo) pay-TV 3D sul digitale terrestre, e non più solo su satellite o cavo. "Credo che si tratti del primo al mondo", ha dichiarato Giuseppe Flores d'Arcais, co-cofondatore di Bestv e direttore di Motive. "Questa ultima novità, ovvero il 3D nel digitale terrestre, basata sulla nostra tecnologia Bestv è un grande passo in avanti, sia per i broadcaster che i telespettatori. Il successo di questo servizio conferma che Bestv è all'avanguardia per l'alto valore aggiunto, considerando il broadcasting a basso costo".

Il broadcaster (in questo caso Mediaset Premium) si trasforma in una sorta di provider: durante il giorno o la notte trasmette (Datacasting) i film sul decoder per consentire all'utente finale la fruizione in un momento diverso della giornata.

Il sistema Bestv - clicca per ingrandire

In pratica, anche se la banda passante non è altissima, a TV spenta il decoder (che alla fine si comporta da hard disk, NdR) si occupa di scaricare lentamente i film desiderati. "All'interno di un multiplex (di solito 7 canali standard al massimo, NdR) avrai sempre differenti tipi di contenuti. Quindi in uno puoi avere una partita di Calcio che richiede molta banda, magari in un altro puoi avere un cartone animato o un notiziario. All'interno del multiplex c'è sempre un po' di spazio libero, anche durante il primetime. Noi cerchiamo di sfruttare al meglio il network", ha aggiunto Giuseppe Flores d'Arcais.

Un approccio di questo genere di fatto non solo ottimizza la banda passante a disposizione ma aggira parzialmente il problema delle frequenze - limitate alle concessioni statali. Se fino a poco tempo fa su un singolo multiplex si era obbligati a scendere a compromessi per limitazioni di banda, magari potendo attivare solo uno o due canali 3D, d'ora in poi si potrà disporre di maggiore margine di manovra. Insomma, non vi sarà più bisogno di attendere aste o investire ulteriore denaro per ottenere frequenze volte all'ampliamento della propria offerta commerciale. Il tutto con l'unico difetto, per il consumatore, che l'eventuale acquisto di un film e la sua visione non potrà essere in tempo reale.

Lo scenario che si apre è davvero interessante non solo per le potenzialità di sviluppo del settore ma anche per gli effetti sull'Anti-Trust. Il multiplex rischia di non essere più un parametro numerico adeguato per valutare il livello di concentrazione televisiva. A questo punto quali potrebbero essere i rischi generati da un sistema Pay-TV basato  essenzialmente su Datacasting? Attendiamo il parere dell'AGCOM e AGCM.

(Fonte: Wall Street Journal)