Mediaset e Sky compagne di lotta contro Google e pirateria

Ieri durante il workshop di Confindustria Radio Televisione "Copyright online: nuove regole per nuovi scenari digitali" è venuto fuori di tutto. Durissime le parole di Confalonieri.

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a cura di Dario D'Elia

Se durante il workshop di Confindustria Radio Televisione "Copyright online: nuove regole per nuovi scenari digitali" viene fuori che la pirateria è il male assoluto e Google è una sanguisuga vuol dire che sulla questione copyright siamo ancora all'età della pietra. Niente di male, penseranno gli utenti e gli osservatori: l'industria continuerà a non risolvere il problema ancora per lungo tempo. E questo non lo dice qualcuno, bensì i fatti e i numeri. 

"I contenuti gratis su Internet rischiano di mettere in crisi il modello di business delle aziende dell'audiovisivo", ha dichiarato il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. "Non ci sono pasti gratis. Se non c'è la tutela del nostro patrimonio, della nostra attività rischiamo di chiudere. Il settimo comandamento non rubare facciamolo diventare una regola anche per Internet".

Il Presidente Mediaset Confalonieri

"Noi spendiamo 1,2 miliardi per preparare il nostro palinsesto, mentre gli Over-the-top (Google, NdR.) non pagano nulla. Se il diritto di autore non è rispettato saltano tutti, salta il nostro modello di business mentre altri fanno miliardi di utili, non pagano una lira qui, impiegano poche persone e ci prendono in giro. Gli Ott devono pagare e poi non ci deve essere una contrapposizione tra libertà e legalità".

Dello stesso avviso Eric Gerritsen, Sky Italia Executive VP Communication & Public Affairs. "Ben venga il nuovo regolamento Agcom sul copyright online anche se qualche miglioria è auspicabile. Negli ultimi anni la marginalità dei broadcaster è in fase decrescente, quindi la tutela dei diritti è fondamentale. Basti pensare che Sky mette il 50% del fatturato sui diritti".

"I pasti gratis non sono più ammissibili. Bisogna guardare ad un mercato unico e passare dalle parole ai fatti, visto che gli OTT usano Internet per la trasmissione di contenuti. La trasformazione del mercato televisivo deve quindi prevedere un intervento forte su copyright e mercato". 

Ieri al workshop c'erano tutti i nomi che contano nel panorama istituzionale e industriale del settore, anche il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani. Lui che per primo ha firmato una norma anti-pirateria fortemente criticata, probabilmente ha fatto la dichiarazione più realista dell'evento. "Vorrei ricordare ai parlamentari che in questi mesi mi hanno attaccato sul regolamento per la tutela del copyright online, che il regolamento lascia inalterate le garanzie giurisdizionali, non pregiudica che il Parlamento possa legiferare in questo campo".

Se non si agisce contro la pirateria audiovisiva, secondo le time di Confindustria, 20mila posti di lavoro potrebbero essere a rischio nei prossimi 3 anni. D'altronde qualcuno calcola che il danno è di 3 milioni di euro a stagione.

Appunto. Il male assoluto. Senza contare Google.