Mediaset pronta a licenziare, se dovrà pagare le frequenze

Il Presidente Mediaset Confalonieri ieri ha ribadito che un'asta per le frequenze sarebbe un rischio per i conti dell'azienda. Senza prospettive di crescita saranno tagliati un miliardo di investimenti e due miliardi di costi.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Fedele Confalonieri ieri ha ribadito nell'incontro con Mario Monti che le nuove frequenze del digitale terrestre dovrebbero essere assegnate gratuitamente. Il Presidente di Mediaset, secondo la stampa, avrebbe nuovamente giustificato le ragioni del Beauty Contest. Monti flemmaticamente pare aver ascoltato con attenzione le rimostranze pur non cambiando linea.

E così, quasi fosse una coincidenza, durante l'audizione programmata alla Camera, Confalonieri ha ventilato l'introduzione di misure drastiche per il colosso di Cologno Monzese. "Noi non abbiamo intenzione di diminuire investimenti o personale, ma se cala il fatturato e i profitti diventa un dato di fatto farlo", ha dichiarato il dirigente. "Se non ci sono prospettive, tagliare il nostro miliardo di investimenti e i nostri due miliardi di costi diventa indispensabile". 

Fedele Confalonieri

La situazione è grave perché Mediaset "ha avuto una forte contrazione dei ricavi con una conseguente contrazione dei profitti". Fino ad ora la cosa è stata arginata ma a breve bisognerà agire di conseguenza. "Noi siamo una società quotata in Borsa", ha ricordato Confalonieri. Difficile rinunciare a quelle frequenze, che secondo le stime per Mediaset varrebbero circa 250 milioni di euro.

"Il nostro cammino per la rivoluzione digitale è iniziato nel 2001 con la legge che ci obbligava al nuovo standard. Sono passati 11 anni e ancora siamo con il beauty contest, la procedura di assegnazione delle frequenze in grado di chiudere la procedura europea, sospeso. Non è con queste incertezze che le aziende possono andare avanti e non è con la demagogia che potremo continuare a svolgere il ruolo che abbiamo nella società, nell'economia, nell'informazione e nella produzione di contenuti originali", ha concluso il presidente Mediaset.

"Mediaset è  un'azienda sana, che fa impresa in Italia e che chiede il sostegno del sistema paese per proseguire nella sua politica di investimento, occupazione e di crescita".