Megaupload tornerà online: parola di Kim Dotcom

Kim Dotcom è convinto che Megaupload possa risorgere ancora più forte e grande. Il processo sta prendendo una belle piega, sopratutto considerato le leggerezze commesse dalla Polizia. Adesso punta a ottenere anche i danni per la perquisizione e il sequestro illegale del sito.

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a cura di Dario D'Elia

Megaupload ritornerà online. La promessa è del fondatore Kim Dotcom, che dopo mesi di smarrimento sembra aver recuperato totalmente il suo tono sfacciato. "SOPA è morta. PIPA è morta. ACTA è morta. MEGA tornerà più grande. Migliore. Più veloce. Libero da accuse e schermato dagli attacchi", ha scritto su Twitter qualche giorno fa. Il (mago)pancione è uscito senza dubbio rinfrancato dall'ultima udienza. Il giudice Helen Winkelmann ha infatti sottolineato le numerose leggerezze compiute dalla Polizia: dall'irruzione, all'ordine di cattura fino a quello di perquisizione e sequestro.

E non è ancora finita perché questa settimana i suoi legali chiederanno i danni allo Stato per la perquisizione e il sequestro illegale del sito. La cifra non è ancora stata calcolata, ma c'è da credere che possa trattarsi di una richiesta milionaria.

Megaupload come la Fenice?

Sul fronte statunitense invece sembra raffreddarsi la pista che vorrebbe la Casa Bianca come mandante del raid neozelandese. Kim Dotcom ha sostenuto fin dall'inizio di essere finito in trappola per colpa di Washington, e nello specifico delle lobby cinematografiche che presidiano Pennsylvania Avenue. Pare infatti che il vice-presidente Biden tempo fa sia stato fotografato con il gotha del settore e il direttore di Motion Picture Association Asia Pacific, Mike Ellis. Lo stesso Ellis avrebbe poi incontrato il Ministro della Giustizia neozelandese Simon Power.

Il Procuratore legale Neil MacBride che si sta occupando del caso ha negato però ogni coinvolgimento delle alte sfere. Il meeting con Biden ai tempi venne organizzato per discutere del suo viaggio in Cina e di contratti commerciali in ambito cinematografico. La difesa però continua a essere convinta del contrario.

In ogni caso l'eventuale estradizione verrà discussa ad agosto. Da rilevare poi che a Kim non è stato ancora concesso il permesso di accedere alle prove in possesso dell'FBI: potrà farlo solo quando metterà piede negli Stati Uniti, prima di allora se farà il bravo riceverà 40 pagine di documenti su 22 milioni di mail sequestrate.