Merce taroccata addio, ora c'è il nano-cristallo del MIT

Il MIT ha sviluppato un tipo di micro-cristallo anti-contraffazione. Costa poco e consente più di un milione di combinazioni di identificazione.

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a cura di Dario D'Elia

Oggi se senti parlare di "micro-cristalli" non puoi che pensare a Breaking Bad, la serie televisiva che racconta le vicende di un bizzarro professore di chimica specializzato nella "cucina" di metanfetamine. Però questa non è una sceneggiatura ma la storia di un gruppo di ricercatori del Massachusetts Institute of Technology che si candidano a sconfiggere la contraffazione mondiale.

Micro-cristalli

Il professore di ingegneria chimica Patrick Doyle e il tecnico di laboratorio Albert Swiston hanno guidato un manipolo di giovani ricercatori sui terreni impervi dell'infinitamente piccolo. In pratica hanno creato un tipo di micro-particella da 20 micron che costa poco, non può essere manomessa ed è visibile solo sotto la luce infrarossa. La caratteristica chiave è che contiene strisce colorate che possono essere combinate per create 1 milione di combinazioni differenti.

Cosa vuol dire tutto questo? Semplicemente che ogni bene, confezione o lotto di prodotti può essere contrassegnato da una matrice invisibile. Dopodiché il controllo è pressoché immediato, anche perché è sufficiente usare un piccolo accessorio da collegare alla fotocamera di uno smartphone.

Applicazioni

La contraffazione secondo l'ultima indagine 2013 delle Nazioni Unite vale tra il 2% e il 5% dell'intero commercio mondiale. In Italia secondo Indicam, l'istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione, si parla di un volume di affari tra i 3,7 e i 7,5 miliardi di euro l'anno. La Guardia di Finanza è più prudente al riguardo ma comunque stima non meno di 1,5 miliardi di euro.

Il micro-cristallo del MIT potrebbe essere una risposta adeguata al problema, se non altro per proteggere il Made in Italy e i prodotti alimentari. I cristalli possono anche essere arricchiti con "sensori" chimici capaci di registrare variazioni nell'ambiente, come ad esempio i cambiamenti di temperatura oppure il contatto con l'aria.

La produzione è comunque semplice e sfrutta un tipo di litografia, inventata dallo stesso Professor Doyle. Ogni polimero stampato contiene nanocristalli di diverso colore – fino a un massimo di 9 almeno per ora. Una particella può avere 6 strisce, quindi le combinazioni potenziali possono essere più di un milione. "È davvero una grande capacità di encoding", ha spiegato uno dei ricercatori.

Le particelle possono essere incorporate in polimeri di diverso tipo (magari idrofobi oppure idrofili) e stampate su qualsiasi manufatto, anche il contante. Ecco, magari questa novità potrebbe essere degna di interesse per il nuovissimo Sistema Informativo Anti Contraffazione del Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza. Da oggi l'Italia vanta una piattaforma informatica riservata alla Guardia di Finanza e alle altre Forze di polizia, nella quale verranno fatte confluire tutte le risultanze operative raccolte nello specifico settore di servizio, in modo tale da garantire una più efficace e tempestiva analisi delle informazioni di rilevanza investigativa."

"È in fase di realizzazione, infine, un apposito applicativo che consentirà una più mirata azione di contrasto sulla rete internet, che ormai costituisce a tutti gli effetti la nuova frontiera della contraffazione", ricorda la GdF.