Microsoft ci offre server fuori dagli USA e lontani dalle spie

Microsoft proporrà ai clienti di usare solo server fuori dagli USA.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Microsoft proporrà ai propri clienti di usare esclusivamente server fuori dagli Stati Uniti, così da tenersi un po' più lontani dallo spionaggio della NSA, come spiega il Financial Times (a pagamento). L'azienda di Seattle, come altre del settore, è preoccupata che la gente si rivolga ad altri che offrono garanzie maggiori, e ha quindi deciso di giocare le proprie carte.

Succede perché le proposte di Obama in tema di spionaggio statale non sono state ritenute adeguate, e i colossi IT sono persuasi che le attività della NSA alla lunga metteranno a rischio i fatturati. Può darsi, ma è anche vero che almeno per ora di alternative non statunitensi praticamente non ce ne sono; e l'Europa da parte sua per ora sta solo reclamando sanzioni più salate per le violazioni della privacy.

In futuro quindi chi vorrà usare Office 365, la mail di Outlook.com o altri servizi Microsoft potrà chiedere all'azienda che i propri dati siano archiviati fisicamente fuori dagli Stati Uniti. Non si sa ancora se sarà possibile per tutti o solo per le aziende, ma sin da subito è opportuno chiarire che quasi certamente si tratta di un placebo, per non dire un vero e proprio specchietto per le allodole.

Sì perché si è detto ormai molte volte che la National Security Agency spia tutto e tutti senza stare molto a guardare le leggi locali, e anzi è noto che hanno molte meno remore se si tratta di cittadini non statunitensi. In teoria Microsoft potrà opporsi a richieste governative che riguardino server locati fuori dai confini nazionali, certo, ma questa non è una totale garanzia di riservatezza.

Tra l'altro le intrusioni registrate sono dovute in parte alla collaborazione - forzata o volontaria – delle aziende con la NSA, ma dall'altra è stato dimostrato che le spie hanno semplicemente violato la sicurezza dei sistemi. Gli agenti governativi, tra l'altro, hanno anche agito sistematicamente per collocare backdoor nei software più comuni, nell'hardware – forse hanno persino manipolato i progetti dei microprocessori per indebolire il generatore di numeri casuali.

Insomma, non è il caso di sentirsi nella classica botte di ferro, ma è comunque è un piccolo passo avanti, ed è senz'altro apprezzabile che Microsoft faccia la prima mossa e anticipi concorrenti come Google, Facebook, Apple, Dropbox e altri. Scelte più determinanti dovrebbero però arrivare dai governi nazionali più che dalle aziende USA: il Brasile ha recentemente deciso di modificare la propria infrastruttura in modo da rendere le intrusioni della NSA più difficili, e forse seguiranno anche altri paesi – magari la stessa Unione Europea un giorno.

Se non lo fanno per difendere la privacy dei cittadini, almeno, i governanti potrebbero decidere di muoversi per difendere segreti industriali e attività diplomatiche riservate. È noto anche, infatti, che le operazioni della NSA almeno in qualche occasione sono andate oltre la caccia ai terroristi. Magari bastasse mettere il server in cantina per stare tranquilli.