Microsoft e Google dicono basta alla guerra dei brevetti

Microsoft e Google s'impegnano a rispettare i termini delle licenze essenziali (FRAND) che loro stessi avevano sottoscritto. Prima di arrivare in tribunale tenteranno una contrattazione per il pagamento di royalty eque e ragionevoli, e non useranno più le licenze protette per chiede ai giudici il blocco preventivo delle vendite dei prodotti concorrenti. È la fine della guerra dei brevetti?

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a cura di Elena Re Garbagnati

La guerra dei brevetti forse è a una svolta: Microsoft e Google hanno divulgato due lettere dai contenuti analoghi in cui si prendono l'impegno si smetterla di trascinare in tribunale chiunque "abusi" di un loro brevetto. Prima di arrivare davanti al giudice sarà sempre percorsa la strada della mediazione e della cessione dell'uso delle rispettive proprietà intellettuali in cambio di cifre giuste.

In dettaglio, nella breve nota di Microsoft si legge che i cosiddetti "brevetti essenziali" saranno a disposizione di tutti, concorrenti inclusi, a prezzi equi e ragionevoli, proprio come previsto dalla normativa FRAND (Fair, Reasonable, And Non-Discriminatory terms) che tutte le aziende hanno sottoscritto, ma di cui finora molte si sono casualmente dimenticate. 

Microsoft e Google pongono le basi per la fine della guerra dei brevetti, c'è da credergli?

L'azienda di Redmond si è oltremodo impegnata a rispettare una clausola essenziale delle licenze FRAND, infranta per esempio sia da Samsung sia da Motorola nelle cause europee contro Apple; si tratta del principio secondo cui non si può chiedere un'ingiunzione di blocco delle vendite per prodotti che hanno violato licenze essenziali. In questi casi sarà invece aperto immediatamente un tavolo delle trattative e si arriverà davanti al giudice solo in caso in cui non sia proprio possibile raggiungere un accordo.

Microsoft si impegna inoltre a non usare i brevetti FRAND di sua proprietà per scambi o trattative commerciali con altre aziende che non siano disposte a sottoscrivere gli stessi impegni. L'atteggiamento aperto e collaborativo di Microsoft sembra chiaramente in controtendenza rispetto a quello precedente, oltre a suonare come atto di pentimento, per esempio, per il comportamento poco elegante tenuto nei confronti di Barnes & Noble.

Il contenuto di questa lettera è in sostanza l'esatto contrario di quello che Microsoft aveva dichiarato alla US Federal Trade Commission a giugno, quando i suoi rappresentanti avevano sostenuto che l'esistenza dell'impegno di offrire licenze a condizioni eque "non dovrebbe precludere al titolare di un brevetto la possibilità di chiedere un provvedimento ingiuntivo o di presentare un ricorso presso la Commissione commercio internazionale solo perché il titolare del brevetto ha assunto l'impegno registrando una licenza FRAND."