Ministero USA impazzito: distrugge l'hardware contro i virus

Un'agenzia USA ha messo in pratica misure antivirus drastiche: distruggere tutto.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

170.000 dollari di hardware distrutti perché c'era un virus da qualche parte. Compresi mouse, tastiere e monitor: qualche malizioso potrebbe pensare che la brillante idea sia venuta a un ottuso amministratore italiano, ma non è così. L'ottuso amministratore in questione fa parte del Ministero del Commercio degli Stati Uniti, e lo scherzo in totale è costato 2,7 milioni di dollari in denaro pubblico.

La storia ha del surreale: nel dicembre del 2011 la Sicurezza Nazionale avvisa la Economic Development Administration (EDA) riguardo una possibile infezione da malware sui propri computer. E scatta il panico: prima i sistemi vengono isolati, tanto che i dipendenti non hanno più accesso al database centrale. Poi vengono bloccati i server di posta, perché in qualche messaggio c'era un virus come allegato. Successivamente viene assunto un consulente esterno per risolvere il problema.

Bruciate, bruciate gli infetti!

La cura però non è del tutto efficace, e il consulente afferma che qualche traccia del malware potrebbe essere rimasta. Il responsabile tecnico EDA, convinto di essere sotto attacco da parte di uno Stato nemico, decide allora di passare a misure drastiche: bruciare tutto, comprese stampanti, videocamere, tastiere, mouse.  

Il conto si è rivelato piuttosto salato per i contribuenti: 823.000 per il consulente, 1.061.000 per procurarsi un'infrastruttura temporanea, 4.300 dollari per le operazioni di distruzione, 170.000 per l'hardware andato al macero e altri 688.000 pagati ad altri consulenti per sviluppare nuove misure di protezione. Ed è andata bene, perché lo scempio non si è arrestato per un'improvvisa epidemia di buon senso, ma solo perché sono finiti i soldi per continuare. In altre parole, se avessero potuto avrebbero buttato ancora più denaro.

A difesa dell'amministrazione EDA si può dire solo che in un primo momento la minaccia è stata dipinta come peggiore di quello che era, ma la correzione è arrivata piuttosto in fretta. Per il resto possiamo solo pensare a una competenza scarsa o del tutto inesistente, unita a un panico ingiustificato – alimentato forse da letture allarmiste prese chissà dove.

Una storia allucinante, che descrive una miseria culturale che – siamo franchi – ci saremmo aspettati da qualche burocrate nostrano, non da chi ha accolto la tecnologia a braccia aperte. Tutto il modo è paese invece, a quanto pare. Mal comune mezzo gaudio?