Ministro Poletti, noi i giovani li rivogliamo tra i piedi

La frase infelice del ministro Poletti sui giovani che emigrano per studiare e cercare lavoro. È soprattutto questione di PIL

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a cura di Pino Bruno

Cari amici di Tom's Hardware che ci leggete dall'estero, sappiamo che siete tanti - lo vediamo dalle nostre statistiche - e vi ringraziamo. Sappiamo che siete oltre confine per perfezionare i vostri studi, specializzarvi, lavorare. Sappiamo inoltre che i vostri interessi spaziano dalla tecnologia all'informatica alle Scienze (altrimenti non sareste qui). Sappiamo infine che per molti di voi andare all'estero è stata una scelta quasi obbligata, perché si trova più facilmente lavoro nel settore high tech. Immaginiamo dunque che non vi riconosciate nella frase pronunciata l'altro giorno dal ministro italiano del lavoro, Giuliano Poletti: "Conosco gente che è andata via e che è bene che stia dove è andata, perché sicuramente questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi".

Non sappiamo invece se il ministro Poletti sappia che ognuno di voi è un doppio pezzo di PIL in meno per l'Italia. Il primo pezzo è il PIL che il Paese ha speso per formarvi e farvi studiare; l'altro pezzo è il differenziale tra il PIL speso da noi, quello acquisito dal Paese in cui adesso lavorate e quello che l'Italia avrebbe maturato se invece aveste trovato impiego qui. Se uno di mestiere fa il ministro del lavoro dovrebbe invece ragionare in questi termini. Certo, Poletti ha chiesto scusa, ma la frittata è fatta. Quella frase resterà indelebile e si aggiungerà alla battuta altrettanto infelice sui bamboccioni del fu ministro Tommaso Padoa-Schioppa.

Inoltre se il ministro Poletti sapesse fare meglio il suo mestiere, andrebbe a scorrere il sito di statistiche dell'Unione Europea per approdare su questa mappa (Eurostat, 2014) che indica la percentuale di occupati nei settori di produzione ad alta tecnologia e alta conoscenza. In blu scuro le aree ad altissima occupazione (più del 26%), seguite da quelle in blu chiaro (tra il 26 e il 22%), giallo (tra il 22 e il 19%), arancione (tra il 19 e il 15%), rosso (tra il 15 e il 12%), marrone scuro (sotto la soglia del 12%). In Italia - come si vede - mancano blu scuro, blu chiaro e giallo.

Mappa lavoro high tech in Europa

Dunque i giovani -  107mila espatriati nel 2015, il 36% ha meno di 34 anni - vanno soprattutto dove c'è il blu. E se qui il blu non c'è o ce n'è poco o insufficiente e giallo e rosso scarseggiano, c'è poco da ridere. Lei, ministro non soffrirà a non averli più tra i piedi. Le assicuriamo che noi invece soffriamo, e continueremo a farlo fino a quando una parte consistente di expat tornerà in Italia perché finalmente il Paese offrirà loro un lavoro serio, non precario, e adeguatamente retribuito.

Grazie per l'attenzione, cari amici di Tom's Hardware che ci leggete dall'estero.