Monti rifà la punta alla Class action: meglio tardi che mai

Nella bozza del decreto sulle liberalizzazioni sono presenti correzioni al codice al consumo che dovrebbero consentire di potenziare la Class action. In pratica, fra le tante cose, non vi sarà più bisogno di mettere insieme consumatori che abbiano subito identiche vessazioni.

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a cura di Dario D'Elia

Il Governo Monti sta pensando di rendere la Class action uno strumento di reale difesa per gli interessi dei consumatori. Nella bozza del decreto sulle liberalizzazioni gli articoli 5 e 6 riguardano infatti non solo la creazione di un ufficio che verifichi la vessatorietà delle clausole nei contratti tra professionisti e consumatori, ma anche una serie di correttivi al Codice al Consumo. 

Nello specifico si parla della sostituzione di un termine: "omogeneo" al posto di "identico" nel vecchio decreto legislativo 206/ 2005. Un'inezia apparentemente, ma in verità uno scoglio per tante class action di questi anni. "I diritti contrattuali di una pluralità di consumatori e utenti che versano, nei confronti di una stessa impresa, in situazione omogenea, inclusi i diritti relativi a contratti stipulati ai sensi degli articoli 1341 e 1342 del codice civile", si legge nella bozza.

Mario Monti

Cosa vuol dire esattamente? Semplicemente che per allestire una class action non vi sarà più bisogno di mettere insieme consumatori che abbiano subito identiche vessazioni. Ad esempio di fronte all'ingiustificato addebito di un medesimo servizio, anche se le cifre in ballo saranno diverse, si potranno mettere insieme tutti i casi correlati. 

Dovrebbe cadere anche l'altro paletto che congela di fatto la class action "quando esiste già un ricorso pendente di fronte a un'autorità indipendente", come riporta Il Sole 24 Ore. Un classico visto più volte: si pensi ad esempio alle indagini del Garante delle Comunicazioni o dell'Antitrust che sono andate avanti per anni.

Non da meno la soppressione della norma che stabilisce "che ci voglia una pronuncia di inammissibilità per poter decidere in merito alla manifesta infondatezza della domanda di class action o alla verifica dell'esistenza di un conflitto d'interessi". Interessante anche la possibilità di consentire alle parti di trovare un accordo economico per la liquidazione del danno entro 90 giorni.

Ovviamente si tratta ancora di una bozza, ma fra qualche giorno il Governo Monti dovrebbe giungere a una versione definitiva del decreto.