Multa UE miliardaria: Philips e altri facevano cartello sui CRT

La Commissione UE si appresta a sanzionare i più importanti produttori di schermi CRT per aver fatto cartello per più di 10 anni. Si parla di 3,9 miliardi di euro di multa per LG. Verrà applicata la formula del 10% sul fatturato.

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a cura di Dario D'Elia

Philips, Panasonic, LG, Toshiba e Samsung riceveranno dall'Unione Europea una multa di diversi miliardi di euro per aver fatto cartello nel mercato dei televisori e monitor CRT (cathode-ray tube). Manca ancora l'ufficialità ma secondo Reuters è questione di settimane: il 28 novembre la Commissione UE si esprimerà con una sanzione esemplare.

Secondo le fonti di Bruxelles le aziende subiranno trattamenti diversi, nel rispetto delle singole responsabilità. Anche se il mercato CRT ormai può considerarsi minoritario rispetto a quello LCD e Plasma, bisogna ricordare che la denuncia della taiwanese Chunghwa Picture Tubes risale al 2007. Dopo due anni di indagini è poi partito effettivamente l'iter formale. Pare che le aziende coinvolte abbiano siglato un accordo dalla fine degli anni '90 per mantenere artificialmente alti i prezzi dei vecchi schermi a tubo catodico.

Non preoccupatevi, al prezzo ci pensiamo noi

Per quanto riguarda le sanzioni è probabile che per il calcolo ci si affidi alla formula del 10% sul fatturato. Questo vuol dire che LG, considerati i dati 2011, rischia un massimo di 3,9 miliardi di euro, Philips 2,2 miliardi di euro. Per altro è possibile che vengano multate anche LG Philips Display, la joint venture di Philips e LG, e anche MT Picture Display, la joint venture di Matsushita (Panasonic) e Toshiba.

La notizia è a dir poco sconvolgente poiché neanche 2 anni fa la stessa autorità europea aveva condannato a una multa di 648 milioni di euro ben sei produttori LCD, fra cui Chunghwa Picture Tubes, Samsung Electronics e LG Display. Il motivo? Cartello nel mercato dei pannelli LCD. L'anno scorso sono stati condannati a una sanzione di 128 milioni di euro altri 3 produttori (Asahi Glass, Nippon Electric e Schott) di vetri per i tubi a raggi catodici.

In pratica, da più di 10 anni il mercato dei pannelli TV e monitor è tenuto in piedi da accordi commerciali che violano ogni norma. Considerato il trend dei prezzi di listino dei rispettivi segmenti è evidente che oggi, se tutti avessero rispettato le regole, avremmo di fronte un numero di aziende nettamente inferiore. Alcune sarebbero state acquisite, altre sarebbero fallite. I listini com'è risaputo in questi anni sono crollati a causa della serrata competizione che ha coinvolto tutti gli attori dell'industria. Sui componenti però qualche brand ha preferito qualche accordo di troppo per mantenersi in vita.