Musk, terza guerra mondiale per colpa dell'AI

Le grandi potenze del mondo cercano e cercheranno il primato nell'Intelligenza Artificiale. Una ricerca di vantaggio strategico che, secondo Elon Musk, potrebbe anche innescare un nuovo conflitto mondiale.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

"La competizione per la superiorità dell'AI a livello nazionale è la più probabile causa della terza guerra mondiale, secondo me". Lo ha detto Elon Musk, affidando come sempre a Twitter la propria voce e commentando le dichiarazioni di Vladimir Putin che abbiamo riportato ieri.

Un tweet che, come d'abitudine, ha innescato reazioni di ogni genere e generato molti articoli in tutto il mondo. Accade sempre quando parla Musk o un altro personaggio di rilievo, a maggior ragione quando si paventano minacce più o meno concrete legate all'intelligenza artificiale.

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Elon Musk

Nel caso specifico, tuttavia, Musk non parla di una minaccia diretta. Il fondatore di SpaceX e Tesla infatti si aggancia a quanto detto da Putin per sottolineare il pericolo di una guerra "tradizionale" tra nazioni. Il movente sarebbe la ricerca della supremazia in ambito AI.

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Nell'articolo di ieri abbiamo accennato alla dinamica della competizione, che non è esclusiva della ricerca sull'AI ma vale in generale per qualsiasi ricerca scientifica. Se uno o più gruppi stanno lavorando allo stesso obiettivo, ognuno di essi ha uno o più motivi per cercare di arrivare primo.

Nel caso dell'AI l'ipotesi, come ci ha ricordato Vladimir Putin, è che il vantaggio strategico sarebbe definitivo e permetterebbe al vincitore di "dominare il mondo". Una posta in gioco che fa gola a ogni potenza mondiale (e non solo) e che genera due possibili ricadute negative dovute alla dinamica della competizione.

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Vladimir Putin

Alla prima abbiamo accennato ieri: un gruppo che si dovesse sentire troppo indietro rispetto a un altro potrebbe decidere di ridurre gli investimenti in sicurezza. Così facendo potrebbe arrivare prima nella creazione di una AGI (Artificial General Intelligence) e di una ASI (Artificial Super Intelligence) ma lo farebbe senza aver risolto prima il problema del controllo. Esponendo così il genere umano a un indesiderabile rischio esistenziale.

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L'altra conseguenza indesiderabile, quella evidenziata da Musk, è invece l'innescarsi di una guerra "preventiva". La potenza A vede che B è vicina al risultato, e per impedire che ciò accada decide di attaccare militarmente. Un rischio evidentemente molto alto, anche se forse minore rispetto al primo - ci sono buone probabilità che il genere umano possa sopravvivere in caso di Terza Guerra Mondiale.

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HER (2013, Amazon)

D'altra parte lo sviluppo di una AI forte potrebbe anche essere la risposta per mettersi al riparo da una nuova guerra globale e per risolvere tanti altri problemi dell'umanità; dunque il discorso sul bilanciamento dei rischi è piuttosto complesso. Nei commenti sotto al tweet di Musk, inoltre, c'è chi ricorda saggiamente che una guerra globale è già in corso: si tratta però di cyberguerra, con scontri che finora non hanno visto l'uso di armamenti tradizionali - ma casi come quello di Stuxnet ne hanno reso evidente la pericolosità.

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Esiste tuttavia un modo relativamente semplice di prevenire i problemi dovuti alla dinamica competitiva, ed è la condivisione e la collaborazione. Uno degli elementi più critici è infatti l'ignoranza dei gruppi di ricerca rispetto alle proprie capacità e quelle degli altri concorrenti. Se tutti sapessero cosa gli altri sono in grado di fare e a che punto sono, si potrebbe se non altro evitare un attacco preventivo fatto alla cieca, scagliato "giusto per sicurezza".

Non è granché, ma se non altro sarebbe un punto di partenza. Di contro, però, le grandi potenze del mondo (Russia, Cina, USA, ecc ...) storicamente non hanno mostrato una grande inclinazione a condividere informazioni sensibili con i propri avversari, né con gli alleati. Il pericolo evidenziato da Elon Musk resta dunque concreto, qualcosa che la politica e la diplomazia dovranno tenere in considerazione.


Tom's Consiglia

Meglio limitarsi alla guerra simulata, nei videogiochi. Se vi sentite grandi strateghi, Civilization è sempre un gran modo di mettersi alla prova.