NanotechItaly 2013, in Italia si parla di robotica e cervello

Tre giorni di conferenze al NanotechItaly 2013 a Venezia, a cui prenderà parte anche il co-direttore dello Human Brain Project, il professor Karlheinz Meier.

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a cura di Manolo De Agostini

In Italia si parla di nanotecnologie, anzi precisamente se ne parlerà al NanotechItaly 2013 (Venezia, NH Laguna Palace, 27-29 novembre 2013), un evento in cui si farà il punto sugli ultimi sviluppi nel settore in molteplici campi: salute, produzione, sostenibilità ambientale e tanto altro ancora. NanotechItaly 2013 ospiterà non solo il co-direttore dello Human Brain Project, il professor Karlheinz Meier, ma anche Francesco Pavone, ordinario di struttura della materia presso l'Università di Firenze e il LENS e presidente della fondazione ICON (International Center of Computational Neurophotonics).

Lo studio del cervello è sicuramente una delle grandi sfide del XXI secolo e per questo l'Unione Europea l'ha posto tra le sue priorità. Le nanotecnologie, sempre più trasversali a ogni campo di ricerca, possono dare un contributo significativo a tutti e tre gli obiettivi del progetto di ricerca: la comprensione del funzionamento del cervello, attraverso le neuroscienze, lo sviluppo di nuovi trattamenti per malattie del cervello e la creazione di nuove tecnologie di calcolo, a imitazione dell'architettura neurale.

"Lo studio del cervello umano, ma anche animale, sta facendo passi da gigante. Questo anche grazie al contributo del nostro Paese, che è presente all'interno della flagship con vari istituti di eccellenza", ha affermato il professor Francesco Pavone facendo riferimento al CINECA, il LENS - Laboratorio Europeo di Spettroscopie Non lineari, al Politecnico di Torino, al Fatebenefratelli e l'Università di Pavia.

"Una delle applicazioni più affascinanti delle nanotecnologie riguarda il settore della teranostica, sistemi e strategie innovativi con cui è possibile combinare la diagnosi di una malattia con la terapia", afferma Pavone. "Nel cervello, i farmaci devono essere somministrati con una estrema precisione spaziale e temporale, e le quantità devono essere strettamente controllate. Le nanotecnologie, insieme a circuiti elettronici intelligenti a bassa potenza, possono essere una tecnologia importante per raggiungere questi obiettivi", spiega Meier.

"La frontiera essenziale della robotica è dare ai robot un cervello che possa imparare da dati raccolti attraverso sensori. Questo è compito principalmente dell'informatica, che può implicare la nanotecnologia. Un'altra frontiera della robotica è lo sviluppo di sensori, attuatori e parti del corpo che ricordino la fisica degli esseri viventi. Qui le nanotecnologie possono avere un ruolo più diretto", ha aggiunto il direttore dello Human Brain Project.

Pavone ne è sicuro: "Uno degli obiettivi più ambiziosi della neurorobotica, perseguito anche grazie a strumenti ottici innovativi che riescono a dare una fotografia tridimensionale del cervello 1000 volte più precisa di una risonanza magnetica, è sicuramente la creazione di un cervello sintetico che unisca potenza computazionale e efficienza energetica, a imitazione del cervello umano".

Di questo, e di tanto altro, si parlerà nella tre giorni di NanotechItaly 2013.