Narcos S02, termina la caccia a Pablo Escobar

La seconda stagione di Narcos, drama Netflix basato sulla vera storia della guerra al narcotraffico colombiano, raggiunge nuove vette di eccellenza qualitativa, con un racconto che non banalizza la vicenda e ne analizza gli aspetti più umani e complicati.

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a cura di Andrea Balena

Il motivo per cui il nome di Pablo Escobar è rimasto impresso nella storia recente, non solo colombiana ma anche mondiale, risiede soprattutto nella natura del personaggio. Nato da umili origini nei bassifondi della città di Medellin, Pablo è riuscito a creare dal nulla il più grande sistema di spaccio di droga della storia, generando tanto denaro da renderlo per alcuni anni il settimo uomo più ricco del pianeta. narcos 2 copertina

La sua avventura criminale è stata resa possibile anche grazie alle innumerevoli opere pubbliche costruite per i più poveri, che a lungo lo hanno elogiato e sostenuto come un Robin Hood moderno. Nobili ideali macchiati però dal sangue di centinaia di poliziotti e migliaia di persone innocenti coinvolte nella sua violenta guerra agli avversari e allo stesso governo.

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La seconda stagione di Narcos, uscita il 2 settembre per Netflix, si propone di analizzare meglio la figura di Escobar (interpretato dal magistrale Wagner Moura) e di mostrare allo spettatore che dietro la faccia del sanguinario assassino si nasconde un uomo che ha tra gli obiettivi primari proteggere la sua famiglia ed essere accettato dalla comunità.

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Gli eventi riprendono da dove si erano interrotti al termine della prima stagione: Pablo è riuscito a fuggire da La Catedral, la sua personale prigione, durante un assalto dei reparti governativi. Siamo nel 1992, appena un anno prima della sua morte per mano degli stessi reparti che lo hanno ricercato per tutti quei mesi ( non è uno spoiler ma un fatto storico). Soli, indeboliti e braccati, Pablo e famiglia si muovono continuamente per evitare la cattura, mentre infiamma la guerra contro i suoi oppositori.

La sceneggiatura non cade nell'errore di mitizzare il personaggio di Escobar: la storia è narrata attraverso gli occhi di due agenti della DEA coinvolti nella caccia, un artificio narrativo che rende ben chiaro come la lunga ed estenuante lotta contro il re della droga abbia lasciato un solco dolorosissimo nella storia del paese, con un numero incalcolabile di vittime. Spesso il governo ha dovuto agire in maniera discutibile pur di catturare il nemico pubblico numero uno e molti nell'esercito hanno agito ai limiti della legalità. In questa stagione viene chiarito che non esiste una netta distinzione tra il comportamento delle due fazioni, non c'è solo bianco e nero, ma solo tonalità di grigio.

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Le puntate sono caratterizzate da una narrazione densa di avvenimenti, tutti comunque ben introdotti dalla voce narrante onnisciente dell'agente Murphy, che aiuta lo spettatore occidentale ad acquisire elementi apparentemente assurdi ma apparentemente ordinarie nel contesto colombiano. Gli eventi più importanti sono ripercorsi con le riprese originali del periodo e i volti reali dei personaggi storici. Narcos non si propone come un racconto di stampo documentaristico, né come un'inchiesta giornalistica: è un dramma dai toni forti, pensato per coinvolgere e stupire con le azioni sempre più efferate di Escobar e dei suoi avversari, anche a costo di semplificare la sequenza degli eventi per renderla più fluida.

Forse questa seconda stagione è meno sorprendente in termini di "realismo magico", ma propone la stessa quantità di violenza cruda, quasi del tutto incensurata e senza enfasi artificiosa. Tecnicamente ci troviamo davvero ai massimi livelli per una produzione televisiva, e si tratta della punta di diamante delle produzioni Netflix. Nel corso della stagione sono introdotti alcuni importanti personaggi appartenente al Cartello di Calì, i diretti concorrenti di Escobar che diventeranno il focus delle annunciate due stagioni future. Alcuni fan sostengono che senza Escobar la serie perderà mordente; d'altronde, lo show si intitola Narcos e intende raccontare la guerra a tutti i cartelli del narcotraffico colombiano, non esclusivamente al cartello di Medellin.

La seconda stagione conferma le ottime impressioni avute con la prima, conclude in maniera efficace la storia del Re della droga e mischia sapientemente la realtà con la finzione. Assolutamente da vedere.