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a cura di Elena Re Garbagnati

L'Italia fa fronte comune per lo sviluppo e la gestione dell'Intelligenza Artificiale. Un settore in fortissima crescita che ha il potenziale di rivoluzionare molti ambiti della vita di tutti i giorni, finanche (secondo alcuni) a minacciare la stessa esistenza dell'uomo. In tutto il mondo si registrano investimenti ingenti e ricerche galoppanti, che sono per lo più non gestiti a livello a livello centralizzato, ossia sorgono e si sviluppano in ordine sparso. L'Italia ha deciso di organizzare le eccellenze che ha già riunendole sotto all'unico cappello del Laboratorio Nazionale di Intelligenza Artificiale AIIS "Artificial Intelligence and Intelligent Systems" promosso dal Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica (CINI).

Vi partecipano 43 atenei e 600 ricercatori del Belpaese, fra cui l'Istituto Italiano di Tecnologia, le Università degli Studi di Milano, Roma, Palermo, Bari, Napoli, L'Aquila, Bolzano, Brescia, Calabria, Cagliari, Cassino, Catania, Feerara, Firenze, Genova, Salento, Messina, Modena-Reggio Emilia, Parma, Pavia, Pisa, Reggio Calabria, Sannio Benevento, Torino, Trento, Udine, Venezia, Verona, i politecnici di Bari, Milano e Torino, la scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, l'IMT Lucca e il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Obiettivo è di concentrarsi sull'Intelligenza Artificiale e sui settori dove si stima che ci sarà una maggiore influenza, fra cui la medicina, la sicurezza informatica, l'industria automobilistica e la digitalizzazione dei media. Sarà un punto di riferimento per le startup, così come per la formazione proprio grazie alla stretta collaborazione con alcuni dei migliori poli universitari e laboratori del Paese, che nulla hanno da invidiare alle realtà estere.

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Rita Cucchiara dell'Università di Modena e Reggio Emilia, direttore del Laboratorio Nazionale di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti, sottolinea come in Italia "siamo già all'avanguardia in questo settore" e questo progetto ha anche l'obiettivo di "collaborare con l'industria 4.0 e richiamare investimenti dall'Italia e dall'estero [perché] non è casuale che i giganti dell'informatica come Google stiano investendo pesantemente nel settore". Insomma quello che si prospetta è un ecosistema a tutto tondo che faccia affidamento sulle numerose competenze di cui disponiamo valorizzandole di modo che nell'insieme il ruolo dell'Italia diventi un riferimento dentro a fuori dall'Europa.

La tradizione dell'Intelligenza Artificiale non manca in Italia, sia nella ricerca sia nello sviluppo, così come i ricercatori di alto livello, anche stranieri, attirati dai progressi che si registrano nel Belpaese. Per esempio Roberto Cingolani, numero uno dell'Istituto Italiano di Tecnologia, poco tempo fa sottolineava come "l'IIT ha 1.450 persone, circa la metà arriva da 56 nazioni".  

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Foto @bluefern / Depositphotos

Con un coordinamento centrale atto a condividere il know how e coordinare tutte le aree non possono che esserci dei vantaggi nel cogliere le nuove opportunità.


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